Resi noti i vincitori del concorso pensato per riconnettersi con la natura.
Il Museo di Storia Naturale di Londra promuove un concorso fotografico che consente di conoscere la biodiversità del nostro pianeta cogliendo le specie animali in una quotidianità normalmente nascosta agli occhi umani. L’edizione 2020 ha visto come vincitrice assoluta una splendida tigre Amur abbracciata ad un albero mentre si frega compiaciuta la guancia contro la corteccia per segnare il territorio.
L’autore, Sergey Gorshkov, ha studiato il Leopard National Park in Russia. L’analisi delle tracce ha permesso di piazzare alcune fototrappole che si azionano quando rilevano un movimento di fronte all’obiettivo. Dopo 11 mesi di attesa lo scatto perfetto si è concretizzato: una rara tigre siberiana. La giuria non ha avuto dubbi nell’assegnare all’immagine il premio più importante perché come ha sottolineato Tom Littlewood, direttore esecutivo del museo, “la fotografia ricorda la bellezza del mondo naturale e la responsabilità che abbiamo nel mantenerlo.”
Frank Deschandol ha realizzato uno foto spettacolare, nella regione francese della Normandia, immortalando due specie di vespe che generalmente non interagiscono mentre fanno ritorno ai loro nidi. Deschandol ha impiegato un sistema ad infrarossi per seguire il volo degli insetti abbinandolo ad un veloce otturatore.
Gli scatti migliori richiedono pazienza ed organizzazione, come quella dimostrata da Jose Luis Ruiz Jiménez che si è immerso fino al torso in una laguna nascondendosi in una piccola tenda sorretta da una piattaforma galleggiante che proteggeva anche la fotocamera. La foto premiata ha richiesto ore di appostamento.
La passione per la fotografia si coltiva fin da ragazzi e colpisce la bravura della tredicenne Liina Heikkinen che durante le vacanze estive in Finlandia ha osservato una famiglia di volpi. Una sera mamma volpe aveva catturato un’oca ed uno dei sei cuccioli si è buttato alla conquista della preda a scapito dei fratelli. Lo scatto di Liina, ha trasmesso “un senso di dramma furtivo“, come riconosciuto da uno dei giudici.
Lo spagnolo Jaime Culebra ha esplorato le zone ai piedi delle Ande nel nord-ovest dell’Ecuador per riprendere un rospo dagli occhi quasi come un mosaico, mentre il connazionale Andrés Luis Dominguez è rimasto vicino a casa, in Andalusia, per sorprendere un saltimpalo in equilibrio su uno stelo in un campo fiorito.
Gli italiani Alberto Fantoni e Luciano Gaudenzio sono tra i vincitori.
Il primo grazie ad un falco Eleonorae che porta una preda ai suoi piccoli sulle montagne sarde, mentre Gaudenzio nella categoria ambiente ha proposto un fiume di lava dall’Etna che richiama l’immagine di una ferita nella pelle di un dinosauro.
E per riflettere, nella categoria fotogiornalismo colpisce lo sguardo di un giovane macaco, incatenato ad una gabbia in legno, esposto in vendita in un negozio di Bali.
Paul Hilton ha documentato una delle conseguenze della deforestazione nel sud-est asiatico dove per far spazio ai campi coltivati si distrugge l’habitat di molte specie, fra cui i macachi destinati ad una vita come animali domestici, prigionieri in zoo o cavie.
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Fotografie: WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR
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