S’avvicina il 31/12/2016 e molti proprietari di alloggi si domandano se l’installazione delle valvole termostatiche porti ad un risparmio o se sia una spesa con effetti limitati nel tempo, con aggravi economici in case costruite 40-60 anni fa.
L’applicazione delle valvole termostatiche lascia perplessi chi cerca di approfondirne le reali funzionalità. I professionisti del settore possono aiutare a comprendere meglio alcune zone d’ombra della norma legislativa adottata.
Il dottor Luca Ruffino fondatore della SIF Italia, società che amministra oltre 37.000 immobili con sedi a Milano e Roma, ci spiega nel dettaglio le problematiche.
Qual è lo spirito del provvedimento europeo e come è stato recepito in Italia?
“L’Unione Europea, con la Circolare 27 del 2012, impone l’introduzione di regole e metodologie finalizzate al risparmio energetico. Questo per arrivare al 2020 e ridurre del 20% le emissioni in atmosfera. I governi che si sono succeduti in Italia hanno semplicemente obbligato alla contabilizzazione invece di promuovere termo-cappottature ed efficienze termo-energetiche in un patrimonio immobiliare datato, grazie al lungo periodo di pace che fortunatamente viviamo.”
Quante nazioni si sono adeguate nell’Unione?
“Attualmente sono solamente 5 i paesi che si sono conformati. E’ illogico pensare che stati come Grecia e Spagna possano aderire.”
L’Italia ha un’ampia estensione in latitudine. Sono state previste differenze in rapporto alle zone climatiche?
“La legge è uguale dalla Valle d’Aosta alla Sicilia paragonando territori dove il riscaldamento è necessario dal 15 ottobre al 15 aprile con regioni in cui s’interviene per due mesi all’anno. Ecco perché in molte città la maggior parte delle abitazioni ha disatteso l’adempimento.”
La normativa italiana è in costante evoluzione. Può fare un po’ di chiarezza sulle eccezioni contemplate dalla legge per evitare l’installazione?
“Il governo ha tentato di porre rimedio al Decreto Legislativo 102 con il Decreto 141, ma non ha avuto il coraggio di facoltizzare le valvole termostatiche ed i contabilizzatori di calore, ribadendo però la possibilità di ottenere l’esonero a due condizioni: la prima è che sia tecnicamente non fattibile come in edifici dove l’elemento radiante terminale è rappresentato da pannelli termoconvettori o fan coil, la seconda è che sia economicamente non sostenibile identificando una scadenza per il rientro degli investimenti.”
Qual è la differenza fra deroga ed esenzione?
“In alcune situazioni le valvole peggiorerebbero la dinamica di distribuzione per cui si deroga all’applicazione dell’attuale Decreto Legislativo 141, prima 102, per ragioni tecniche considerando la normativa quadro 10/91. Sono compresi gli edifici di un centro storico sottoposti a vincoli artistico-urbanistici con serramenti in legno, vetri monocamera o vetri singoli con una dispersione elevata. In questo caso si fa una dichiarazione, una sorta di autocertificazione al Catasto Energetico che in Lombardia si chiama CURIT (Catasto Unico Regionale degli Impianti Termici), ma che non si trova in tutte le realtà italiane.”
Cosa bisogna fare per l’esenzione?
“Se si supera il termine indicato come limite temporale per il rientro degli investimenti si può richiedere l’esenzione presentando un’analisi energetica, secondo quanto stabilito dalla UNI 11300, con tutta una serie di parametri trattati in termini prospettici sviluppati in modo esauriente. Ad esempio si va in esenzione se la diagnosi dimostra una forte dispersione, con conseguente danno economico di una parte dei proprietari, in costruzioni non recenti con serramenti rinnovati solo parzialmente dove la contabilizzazione provocherebbe disparità e l’adeguamento comporterebbe ulteriori costi.”
Chi ha le competenze per elaborare l’analisi?
“Un professionista qualificato. Noi ci siamo rivolti all’ingegner Calzolari, un termo-tecnico di grande esperienza che condivide la nostra impostazione.
Bisogna stare attenti perché alcuni tecnici evitano di rilasciare dichiarazioni di esenzione. Diciamolo chiaramente, stiamo parlando più o meno di 1.000 euro per appartamento. Moltiplicate la cifra per n unità abitative ed abbiamo un valore impressionante, ma non si può tacere l’iniquità di un provvedimento costoso e spesso inutile.
Personalmente sono favorevole alle valvole nei fabbricati nuovi che nascono con una distribuzione corretta e dove non si ha bisogno di andare a determinare parametri diversi tra gli appartamenti, ma non credo che sia una scelta opportuna nelle case di 40-50 anni che hanno altri problemi.
Eppure siamo stati gli unici a combattere per abrogare la norma. Sono rimasto deluso che pochi colleghi, pochi rappresentati politici e nessuna associazione di categoria abbia difeso gli interessi dei più deboli.”
Il termine per l’ammortamento è uguale in tutt’Italia?
“Le Regioni possono variare il tempo prescritto. La Lombardia stabilisce che si possa eludere la spesa se non si riesce ad ammortizzarla in otto anni.
La Regione Piemonte è stata una delle prime ad introdurre l’obbligo dell’installazione delle valvole termostatiche e la possibilità di svincolarsi, ma poi paradossalmente determina un ritorno dell’investimento in 10 anni quando le valvole hanno una durata media di 8/10 anni in situazioni ottimali che dipendono anche dalla durezza dell’acqua e dalle condizioni dell’impianto.”
Lei ha parlato di categorie deboli. Quand’è che si producono disparità?
“La crisi nel nostro paese ha colpito pesantemente minando la serenità di molti. Non tutti possono cambiare i serramenti, ma pensiamo anche agli anziani o alle persone con problemi di salute che rimangono a casa desiderando temperature confortevoli. Le attuali coibentazioni isolano ogni unità minimizzando le dispersioni, mentre gli edifici più vecchi sono in maggioranza inefficienti, da un punto di vista termico. Se un appartamento non è abitato perché sfitto, messo in vendita o soggetto ad un’esecuzione immobiliare, attrae il caldo dei locali adiacenti, sottostanti e soprastanti i cui proprietari pagheranno di più.”
Esistono tecnologie più convenienti delle valvole?
” E’ consigliabile ricorrere ad accorgimenti che abbassino l’impatto delle spese condominiali per riqualificare con la quota risparmiata. Invece di spendere 1.000 euro nelle valvole, sarebbe più intelligente sottoscrivere un contratto pluriennale con un fornitore di energia, come hanno fatto a Brescia con l’A2A, dove si sono efficientati gli immobili pubblici intervenendo sulle dispersioni. In pratica si mette da parte oggi per investire domani in soluzioni durature, ad esempio un termo-cappotto.”
A Torino c’è una percentuale importante di allacciamenti al teleriscaldamento che si è avviato come risparmio energetico. Perché ora le valvole?
“Il teleriscaldamento funziona 365 giorni all’anno e produce acqua calda sanitaria, riscaldamento, climatizzazione. Ricordiamo che lo spirito dell’Unione Europea era di ridurre le emissioni nell’atmosfera del 20%, entro il 2020, in osservanza degli accordi di Kyoto. Come faccio a rispettare le indicazioni, se le centrali del teleriscaldamento vanno a ciclo continuo?”
Quali sono le spese da prevedere a livello condominiale per le valvole?
“In molti casi si dovranno gestire sofferenze ed irritazioni nei condòmini per aver imposto un esborso che dopo un anno, neanche dopo i 6/7 previsti, può dare problemi perché magari non si è effettuato il lavaggio corretto dell’impianto, non si sono installate le pompe a portata variabile o perché le tubature di 50 anni fa hanno dimensioni ridotte per i depositi del calcare. Sono tutti elementi che devono essere presi in considerazione.”
Arriveranno le multe?
“Non abbiamo storicità e quindi non riusciamo a capire come si possa andare a sanzionare il singolo che abbia disatteso l’installazione. La legge non ha delineato in maniera chiara le criticità che contraddistinguono l’obbligo. La UNI 10200 è l’unico caso in Italia in cui violando una norma UNI si è assoggettati ad una sanzione dai 500 ai 2.500 euro.
Sarebbe stato sufficiente che le associazioni di categoria fossero state un minimo coerenti con il ruolo che svolgono evidenziando le problematiche per indurre il governo ad una disposizione che non creasse sperequazioni. L’Italia sta diventando un paese sempre più strano e lo dico con un certo sconforto.”
Sulla nostra pagina Facebook e sul canale YouTube trovate il video con le interviste al Dr. Ruffino ed all’Ing. Maurizio Calzolari, titolare del Centro Servizi Termici C.S.T.
RIPRODUZIONE RISERVATA – ©2016 SHOWTECHIES – Simona Braga
Immagini e video: Simona Braga
Si ringrazia per la collaborazione Dott. Marco Della Sala – Direttore Tecnico della SIF Italia
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