Arundi Asregadoo, Visual Effect Supervisor in MPC, ci racconta le lavorazioni create a computer per l’ultimo film dedicato al personaggio in bilico fra civiltà e natura selvaggia.
The Legend of Tarzan, uscito in Italia il 14 luglio, ha conquistato la vetta dei botteghini con una serie di elementi in cui spiccano il fisico del protagonista, l’attore svedese Alexander Skarsgard e l’intreccio avventuroso con scene caratterizzate dall’uso political correct degli animali realizzati con la computer grafica. L’ultima versione della storia scritta da Edgar Rice Burroughs nel 1950 ha la regia di David Yates che ha diretto quattro episodi di Harry Potter. La trama inizia sette anni dopo il ritorno in Gran Bretagna di Lord Greystoke con la moglie Jane per poi spostarsi in Congo.
La maggior parte delle riprese si sono tenute negli studi Warner Bros di Leavesden adatti a produzioni in grande scala grazie alla vasta superficie di 50.000 m2 con 32 ettari di orizzonte ininterrotto per set esterni. Gli allestimenti vittoriani sono stati ospitati in celebri location come la Goldsmiths’ Hall, il Windsor Great Park e l’imponente Kedleston Hall trasformata nella dimora atavica del Tarzan civilizzato.
Una seconda troupe si è recata nel Gabon per riprendere luoghi di una bellezza incontaminata dove riaffiora il lato selvaggio del re della giungla che si scontra con vecchi amici e nuove pericolosi avversari. Le spettacolari ambientazioni e le numerose specie animali sono state elaborate dalla società MPC specializzata nei VFX.
Arundi Asregadoo, VFX Supervisor, ci ha parlato della complessa ricostruzione digitale. Arundi ha un’esperienza di 15 anni nel settore. Dopo gli studi alla Bournemouth School of Film and Photography ed alla London School of Art ha incominciato a lavorare da Motion Graphics Designer in televisione per approdare a MPC dove ha debuttato in Troy come compositor e diventare poi 2D Supervisor fino all’attuale incarico.
Quali indicazioni vi ha dato il regista?
“Tim Burke, Production VFX Supervisor, ha coordinato la direzione richiedendo una resa fotorealistica e fornendoci dei riferimenti per meglio comprendere quello che David Yates voleva ottenere. Abbiamo guardato ed analizzato moltissimi documentari naturalistici ed è stato singolare notare come ognuno di noi avesse una sua idea della maniera in cui rappresentare struzzi, gnu e leoni. Una delle scene per me più interessanti e difficili è stata l’interazione fra Tarzan ed una leonessa. “
Cosa è stato integrato in CGI?
“MPC ha realizzato circa 300 shot impiegati in diverse sequenze fra cui l’incontro con gli struzzi e il viaggio nella savana. L’impegno principale si è concentrato sulla precipitosa fuga degli gnu creando estensioni CG dell’accampamento al margine di Boma Town.
Le scene sono state filmate a Leavesden in un set con greenscreen simulando gli ingombri di tende distrutte e soldati travolti. Il fuggifuggi prosegue nella città dove il team guidato da Julian Bolback demolisce palazzi ed un’intera banchina. La carica termina con il salto nel fiume Gabon.”
Quali camere avete utilizzato?
“La produzione ha esplorato le nuove possibilità offerte dal sensore Weapon RED 6k nelle riprese in Gabon. Quando si sono fatte le varie sovrapposizioni abbiamo sfruttato sfondi a 180 gradi che ci hanno aiutato a ricreare il paesaggio ed i fiumi.”
Avete svolto tutto il lavoro in MPC o avete collaborato con altre società?
“La parte più cospicua delle attività si sono completate nelle tre sedi di MPC a Londra, Bangalore e Montreal. Ci sono stati pochi scambi di asset con alcune compagnie.
FrameStore ha gestito il doppio digitale di Tarzan, Rhordo ha animato i coccodrilli con le simulazioni in acqua. Il team di compositing di MPC, guidato da Matt Peckham, ha messo insieme i vari elementi fra cui la nave a vapore condivisa fra Method Studios e ScanlineVFX.”
RIPRODUZIONE RISERVATA © SHOWTECHIES
Foto di: GOLDSMITHS’ HALL – MPC – WARNER BROS – Si ringrazia per la documentazione Jonny Vale Global Marketing & PR Manager MPC
Commenta per primo