L’aereo Solar Impulse è partito, il 9 marzo da Abu Dhabi, per tentare la circumnavigazione terrestre usando l’energia generata da pannelli solari.
La Svizzera ha la più alta percentuale di brevetti in rapporto al numero di abitanti ed è la sede d’importanti istituti di ricerca, come l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) che si lancia in un’altra avventura scientifica ed umana dopo aver cooperato con il team dell’imbarcazione Alinghi.
L’aviazione solare ha inizio negli anni ’70 quando sul mercato si diffondono i primi pannelli. Passa un decennio e nel 1981 si costruisce il Gossamer Penguin che vola sopra la Manica con soli 2.5 kW di potenza.
Nel 2003 Bertrand Piccard, fondatore e presidente di Solar Impulse, illustra il suo rivoluzionario progetto al Politecnico di Losanna che ne studia la fattibilità affidando la responsabilità tecnica ad André Borschberg, ingegnere e pilota professionista. I due cominciano una collaborazione che porta alla realizzazione del prototipo HB-SIA, mostrato a 800 persone il 26 Giugno del 2009.
Nel 2013 l’aeroplano attraversa il nord America, da costa a costa, dando una dimostrazione pratica di come le fonti rinnovabili contribuiscano a migliorare la qualità della vita.
Il Solar Impulse 2 (Si2) debutta a giugno del 2014 ed è testato per sostenere il primo giro del mondo in completa autonomia. Una sfida di 500 ore di volo in cui i piloti devono vivere fino a 5-6 giorni consecutivi in una cabina di 3,8 metri cubi, con sbalzi climatici dai -40°C ai +40°C, senza pressurizzazione, ma con 6 bombolette di ossigeno per affrontare eventuali problemi.
Il modello Si2 si avvale di tecnologie all’avanguardia assemblate per percorrere 35.000 chilometri, con dodici soste previste lungo una rotta che da Abu Dhabi prosegue verso l’India, il Myanmar e la Cina da dove si attraverserà l’Oceano Pacifico, via Hawai, per fare tre sbarchi negli Stati Uniti: Phoenix, New York più un’altra tappa scelta in base alle condizioni meteo. Dopo l’Oceano Atlantico si arriva nel sud Europa o nel nord Africa per poi ritornare nella capitale degli Emirati Arabi, ad agosto 2015.
L’aereo ha 17.248 cellule in silicone monocristallino, per una superficie di 269,5 m2, in grado di accumulare oltre 340 kWh al giorno di energia solare in batterie ai polimeri di litio. La loro massa è di circa 633 kg, quasi un quarto dell’apparecchio e sono protette da schiuma ad alta densità con un sistema che controlla la soglia di ricarica e la temperatura.
André Borschberg è riuscito a costruire una struttura proporzionalmente dieci volte più leggera di un aliante, con un peso complessivo di soli 2.300 kg. L’intelaiatura è in fibra di carbonio e pannelli a sandwich per minimizzare il carico e garantire resistenza.
La velocità dell’Impulse è quella media di un’automobile, fra i 36 ed i 140 km/h e l’aerodinamica è ottimizzata grazie ad un’apertura alare di 72 metri, maggiore di quella di un Boing 747.
Bertrand Piccard, laureato in psichiatria e campione di volo acrobatico in aliante, proviene da una famiglia di pionieri ed esploratori dato che suo padre Jacques è stato il primo uomo a scendere sul fondo della Fossa delle Marianne, a bordo del batiscafo Trieste. Per quest’imprenditore-scienziato, l’avventura non è solo fatta di spettacolarità, ma anche d’impegno per qualcosa fuori dall’ordinario che garantisca un mondo migliore. Ed è importante vedere come Solvay, Omega, Schindler ed ABB abbiano sponsorizzato il progetto in vista di ulteriori progressi nell’aviazione civile.
Potete seguire in diretta il Solar Impulse su: www.solarimpulse.com
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Foto di: SOLAR IMPULSE
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