Un cantiere in costruzione fa da sfondo alla tournée invernale del cantautore romano con ospiti che cambiano ad ogni data.
Renato Zero ritorna ad emozionare migliaia di fan con un concerto di stampo intimista dove si racconta con istrionico mestiere stando in scena circa tre ore e mezza nonostante l’età che sbandiera con orgoglio, senza rughe e ritocchi.
Nella seconda data a Torino, il 30 novembre, Zero ha gestito show e spettatori, arringando la folla ed esaltando le voci degli ospiti tra i quali spicca la bravura evergreen di Vittorio de Scalzi, voce e chitarra degli storici New Trolls oltre al brio del coro formato dai Neri per Caso. E quando l’interprete di tanti successi smette di predicare per tornare a prendersi con ironia, diverte il pubblico e se stesso scatenandosi con leggerezza.
Il lighting director Mariano de Tassis ed il drawing designer Carlo Pastore ci parlano della realizzazione del disegno luci.
Mariano ci confida la soddisfazione di un incarico inaspettato: “Mancavo dai live da cinque anni, ma Renato mi ha scelto perché voleva un light designer teatrale. E’ stato lusinghiero essere chiamati per un segno ben distinto senza neanche aver presentato un bozzetto. I tempi erano strettissimi dato che ho cominciato un mese e mezzo prima del debutto, ma ho avuto la fortuna che Igor Ronchese della Tekset avesse già elaborato una scenografia.”
Zero ha grande esperienza ed un senso dello spettacolo istintivo. Cosa vi ha richiesto per distinguere l’Alt in Tour?
“Renato è rimasto impressionato dal disastro del terremoto ed ha domandato un cantiere per comunicare l’idea di ricostruzione che donasse speranza alle persone. Ronchese ha sviluppato la struttura in base alle indicazioni ricevute e si è arrivati alla disposizione finale con il coro su un’impalcatura a lato, l’orchestra distribuita in una sorta di golfo mistico separato dalla passerella che porta allo spazio frontale libero da ingombri dove l’artista si muove in libertà. In generale Renato non ama l’intrusione dei video, i traccianti ed i fasci su di lui.”
Quali luci hai pensato?
“Mi sono trovato in totale sintonia di vedute ed ho avuto la possibilità d’illuminare dando verticalità allo scenario con delle gru e delle mega finestre appese sul fondale che offrono l’illusione di un’espansione progressiva. All’inizio è stato difficile scegliere cosa disporre. Ho fatto 4-5 proposte con motori variabili per sostituire il solito tetto o le luci floor e fare un mood di sospensione con pochissimi effetti sul pubblico, ma suggestioni eleganti con tagli alti.”
Mi dici tre cose che contraddistinguono il tuo stile?
“Colore, profondità, raffinatezza nel far entrare una luce morbidamente. La situazione è un crescendo ed a parte gli squilli dell’avvio, dove si vede tutto acceso, s’impiegheranno circa 10 brani per arrivare alla completezza del disegno. La scelta dei materiali è finalizzata a questo aumento graduale con numerosi mark. I Vari-Lite VL4000 washano la scena permettendo un assoluto controllo, mentre i Pointe della Robe fanno da contrappunto dando potenza nello stesso tempo.”
Quali cromatismi hai impostato?
“Ho puntato su una serie di conversioni caldo-freddo giocando con le sovrapposizioni di colore. Abbiamo curato le tinte pastello, in particolare ambra e chocolate che ci hanno richiesto una nottata per calibrarli bene con i LED. Non possono mancare i classici ciano e magenta che è il mio colore preferito con cui creo momenti pomposi dosandolo in una certa maniera. Ho utilizzato molto i gobo sfruttando ad esempio quelli in dotazione con gli Alpha Profile 1200 della Clay-Paky dove una silhouette richiama la forma dei finestroni.”
Mi citi qualche mood in abbinamento ai brani?
“Ogni pezzo ha una sua atmosfera che può ricordare una nave, una cattedrale o il castello di Harry Potter. Partiamo con Niente Trucco Stasera con gradazioni calde in cui il cantiere si mette in moto. In Rivoluzione ci siamo scatenati dipingendo il set di rosso con fasci bianchi. Abbiamo dosato alcune sorprese come i geyser o i caschetti a cui cambiamo, in remoto, il colore del led quando sono indossati dai musicisti. In Spiagge spezziamo i raggi dei finestroni illuminati dai Jarag per un effetto tapparella con una luce solare che filtra sul palco per trasmettere l’energia di una bella giornata. Il Cielo chiude la serata con un’esplosione di bianco.”
A quali altri lavori ti dedichi?
“Oggi è l’ultima data poi Carlo prosegue da solo ed io curerò Divinisensi con Carlo Casillo. L’evento è una degustazione sensoriale in cui si abbinano vino, suoni, musica, luce e video.
Passiamo a Carlo Pastore, lo show-designer del service Agorà che ha curato questo allestimento dopo aver seguito la tournée di Baglioni e Morandi, Fiorello e la festa per i 30 anni di attività di Dolce & Gabbana a Napoli.
Come vi siete suddivisi i ruoli nella progettazione tu e de Tassis?
“Mariano si è occupato della fotografia dandomi una linea guida in cui mi ha detto dove gli sarebbe piaciuto collocare i fari per modellare una certa atmosfera che ho trasformato in disegno esecutivo. Ho poi portato sulla GrandMa2 le cuelist preparate da Mariano in soli 4 giorni anche grazie al mio fidato programmatore Angelo Cioci con il quale abbiamo inserito da un minimo di 12 a 30 cue per canzone.”
Mi fai una panoramica del lighting plot?
“Il palco è circolare con una passerella centrale e cinque torri che vanno dai 13 ai 9 metri di altezza. Ci sono quasi 300 punti luce fra motorizzati e tradizionali. Oltre ai proiettori citati da Mariano, abbiamo impiegato gli A.leda K20 e gli Alpha Spot 700 della Clay-Paky, le Coemar Parlite, i Mac2000 wash ed i Mac Aura della Martin, i Patt ed i picklePatt della Robe, le SGM Q7 e X-5 ed i blinder a 4 e 2 lampade.”
Zero a Torino doveva riconquistare i fan dopo averli evitati in giro per la città, fatto per cui si è scusato reclamando però un diritto alla privacy fuori dalle scene. I sorcini non demordono facilmente e non hanno risparmiato l’entusiasmo durante la serata.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES – Simona Braga
Foto di: SHOWTECHIES/Simona Braga
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