RELITTO DI KYRENIA: DATAZIONE PRECISA CON MANDORLE, LEGNI ED UNA CAPRA

Un gruppo di scienziati ha formulato un metodo per una maggiore accuratezza con il radiocarbonio.

Relitto della nave di Kyrenia

La nave di Kyrenia, rinvenuta al largo della costa settentrionale di Cipro, è un’imbarcazione fondamentale nella storia della cantieristica navale greca e nei recuperi scientifici sottomarini.

Il relitto fu scoperto per la prima volta nel 1965 dal consigliere comunale Andreas Cariolou che s’imbatté casualmente in un cumulo di 80 anfore mentre cercava spugne. A causa di una tempesta, Cariolou perse la posizione esatta ed effettuò più di 200 immersioni per ritrovarla nel 1967.

Anfore sottacqua relitto di Kyrenia

Successivamente, Michael Katzev dell’American Institute of Nautical Archaeology la riportò alla luce.

Le operazioni durarono due estati, dal 1968 al 1969, consentendo il recupero di merci, stoviglie, utensili, sartiame e persino quattro occhielli in osso dai sandali di un marinaio. Il carico della nave era di ben 500 anfore che appartenevano a dieci tipi con forme diverse, la maggior parte delle quali provenivano da Rodi e risalgono all’ultimo terzo del IV secolo  a.C. Il sito si estendeva per circa diciannove metri di lunghezza e dieci di larghezza.

Il relitto dela nave di Kyrenia con sopralluogo sommozzatori

L’archeologia subacquea ha un ruolo chiave, insieme all’iconografia, nella conoscenza delle antiche costruzioni navali greche e romane, basate su una concezione a guscio. Una volta posata la chiglia, si passava all’involucro esterno del fasciame collegando le tavole bordo contro bordo. In un secondo tempo s’inchiodavano le costole per irrobustire la struttura.

L’assemblaggio su scheletro, simile a quanto si fa oggi, è un’evoluzione in cui le tavole non hanno bisogno di collegamenti ed hanno delle fessure da colmare con il calafataggio.

L’eccellente stato di conservazione dello scafo di Kyrenia, principalmente in legno di pino, ha permesso agli scienziati di studiare i resti trovando informazioni sui metodi di costruzione e sul riutilizzo dei materiali grazie a riparazioni e modifiche.

Il fasciame fu sostituito e riparato a prua, l’esterno aveva un rivestimento in legno e piombo per proteggere dalle infiltrazioni d’acqua. Un’analisi approfondita suggerisce che la scassa (l’alloggiamento in cui poggia il piede di un albero passante) sia stata spostata fino a tre, forse quattro volte. Il cambio fu fatto plausibilmente per far posto ad una sentina di dimensioni maggiori, aumentando però la fragilità dell’imbarcazione.

Mandorle trovate a bordo del relitto della Kyrenia

Il carico era composto da vino, olio d’oliva, mandorle e ceramiche, oltre a 27 29 (il numero varia a seconda delle fonti) macine per mulini, accatastate in tre file come zavorra.

Alcuni marchi delle anfore suggerivano che l’affondamento fosse avvenuto tra il 294 ed il 291 a.C., periodo supportato anche dalle sette monete di bronzo, tutte purtroppo gravemente deteriorate, di cui una sconosciuta, cinque coniate a nome di Alessandro Magno ed una sotto Tolomeo I, esclusiva di Cipro.

Le migliaia di mandorle, unite ai campioni di legno ed alle competenze in materia di datazione al radiocarbonio hanno portato un team della Cornell University (nello stato di New York, Stati Uniti) ad identificare la cronologia del naufragio tra il 296 e il 271 a.C., con un’alta probabilità tra il 286 e il 272 a.C. L’autore principale dello studio, pubblicato il 26 giugno su PLoS ONE, è Sturt Manning, professore emerito di Arti e Scienze in Archeologia classica.

Sturt Manning professore alla Cornell University

Le ulteriori indagini sono cominciate valutando la pulizia dei campioni di legno impregnati con un comune conservante, il glicole polietilenico o polietilenglicole (PEG), il maggiore ostacolo ad una datazione accurata.

Manning ha spiegato come il PEG sia stato un trattamento standard per decenni, ma essendo un prodotto derivato dal petrolio causa la contaminazione da antico carbonio fossile.

L’équipe americana ha collaborato con i ricercatori dell’Università di Groninga, nei Paesi Bassi, per ideare un metodo adatto ad eliminare il PEG dal legno, verificandone il funzionamento su campioni di epoca romana con date determinate dalla dendrocronologia (procedura che calcola la datazione di fenomeni attraverso lo studio dello sviluppo degli anelli interni dei tronchi d’albero, ndr).

La rimozione del 99,9% del PEG e l’interazione con misurazioni su elementi di breve durata, mandorle e persino una capra, ha portato ad un’età al radiocarbonio coerente, di poco più recente a quanto finora ipotizzato.

La revisione della curva di calibrazione del radiocarbonio del periodo 350–250 a.C., dell’emisfero settentrionale (IntCal20), renderà il naufragio di Kyrenia importante nella ricerca in molti altri settori.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA – © 2024 SHOWTECHIES – Quando la Tecnologia è spettacolo™ –  E’ vietata la riproduzione e redistribuzione, anche parziale, dell’articolo senza autorizzazione scritta. Se desideri riprodurre i contenuti pubblicati, contattaci.

Immagini: Institute of Nautical Archaeology – Università di Cornell

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*