Gli obiettivi fotografici riportano i valori dell’apertura indicandoli come f-stop mentre le lenti per il cinema specificano i T-stop. Capire la diversa informazione aiuta a scegliere l’attrezzatura migliore per le proprie esigenze.
Molti fotografi desiderano capire la differenza fra gli obiettivi dove l’apertura (diaframma) è indicata con f/stop e le lenti, generalmente più costose, per il cinema dove si riporta il valore T/stop.
Il diaframma è costituito da lamelle ad iris. Lo spazio vuoto al centro è l’apertura diaframmale (f), un valore teorico ricavato dividendo la lunghezza focale per il diametro dell’apertura. A parità di lunghezza focale, diametri maggiori sono più luminosi.
La minore o maggiore apertura determina quanta luce passa e di conseguenza la profondità di campo. Quanto più è piccola l’apertura del diaframma tanto maggiore è la profondità di campo, mentre con l’obiettivo a piena apertura si mette a fuoco il soggetto inquadrato in primo piano creando un effetto bokeh o sfocato nella rimanente parte d’immagine.
Due obiettivi con f/4 hanno la stessa luminosità? Difficilmente perché la luce subisce una dispersione a seconda del numero di componenti interni e del diverso grado di trasmissione degli elementi.
Nel cinema o in importanti produzioni broadcast sono presenti varie camere ed obiettivi. La color-correction comprende la correzione degli errori e l’uniformità delle riprese della stessa scena.
Ogni minuto di post-produzione fa aumentare i costi rendendo consigliabile ottimizzare il girato sul set. Uno degli accorgimenti è usare obiettivi di alta gamma con i T stop, ossia l’indicazione di quanta luce realmente raggiunge il sensore. Il valore non è più teorico ed è calcolato:
(Transmission) T stop = f stop / radice quadrata della trasmittanza della lente ossia il rapporto percentuale tra l’intensità della luce entrante e quella che ne esce.
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Fotografie: LUMIX – LEICA – Simona Braga – Vietata la riproduzione senza autorizzazione scritta.
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