Vince il tormentone Barbenheimer. Oppenheimer si porta a casa i premi più importanti, ma Barbie vivacizza e dà colore alla serata.
La 96a edizione degli Oscar si è tenuta, domenica 10 marzo, al Dolby® Theatre ed è stata trasmessa in oltre 200 paesi.
Oppenheimer, la pellicola sul padre della bomba atomica, ha trionfato portando a casa 7 statuette: Miglior Film, Miglior Regista (Christopher Nolan), Migliore Fotografia (Hoyte van Hoytema), Migliore Attore protagonista (l’irlandese Cillian Murphy) e non protagonista (Robert Downey Jr.), Miglior Montaggio (Jennifer Lame), Miglior Colonna Sonora (Ludwig Göransson).
Da sottolineare la dedica di Cillian Murphy, il nome si pronuncia killian, alle persone che lavorano per la pace.
Robert Downey Jr., dopo tre nomination, ha vinto per il ruolo di Lewis Strauss, il politico Presidente della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti. La star ha espresso tutta la sua gratitudine alla moglie Susan che lo ha scoperto e salvato permettendogli di superare i brutti momenti del passato in cui la droga lo aveva portato persino in carcere.
Emma Thomas, produttrice di Oppenheimer, è sposata al regista Christopher Nolan da oltre 30 anni. Una coppia da Oscar con 4 figli, fra cui Flora che ha avuto una piccola parte nel film vincitore del 2024.
I momenti più brillanti hanno visto protagonista Ryan Gosling che ha cantato in diretta “I’m just Ken“, la canzone di Mark Ronson nominata come miglior musica originale, dove però ha vinto “What was I made for?”, sempre da Barbie, con musica e testi di Billie Eilish e Finneas O’Connell.
L’attore era nominato per il ruolo di Ken. Pur non vincendo ha fatto cantare l’intera sala, interpretando il brano insieme a Slash, il chitarrista dei Guns N’ Roses.
Gli appassionati di cinema riconosceranno nella coreografia un omaggio a “Diamonds Are a Girl’s Best Friend”, con Marilyn Monroe.
La coppia più divertente sul palco è stata Emily Blunt con Gosling. Gosling si è detto felice dell’occasione per mettere da parte la contesa fra Barbie ed Oppenheimer. L’attrice ha sottolineato che, per come stava andando non c’è stata gara. Ken ha ribadito che il tormentone si chiama Barbenheimer e non Oppenarbie perché al botteghino sono stati dietro tutta l’estate, riferendosi al successo di Barbie che ha incassato la cifra record di 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo. La Blunt ha ringraziato con una smorfia per la spiegazione commentando che per essere nominata doveva dipingersi gli addominali. Come stoccata finale ha detto “Non vedi Robert Downey fare una cosa del genere”.
I vincitori:
Miglior film
- “Oppenheimer” Emma Thomas, Charles Roven e Christopher Nolan, produttori
Migliore regia
- “Oppenheimer” Christopher Nolan
Migliore fotografia
- “Oppenheimer” Hoyte van Hoytema
Migliore attore protagonista
- Cillian Murphy in “Oppenheimer”
Migliore attrice protagonista
- Emma Stone in “Povere creature”
Migliore attore non protagonista
- Robert Downey Jr. in “Oppenheimer”
Migliore attrice non protagonista
- Da’Vine Joy Randolph in “The Holdovers”
Migliore sceneggiatura originale
- Sceneggiatura di “Anatomia di una caduta” – Justine Triet e Arthur Harari
Migliore sceneggiatura non originale
- “American Fiction” Scritto per il cinema da Cord Jefferson
Miglior film straniero
- “La zona di interesse” Regno Unito
Miglior film d’animazione
- “Il ragazzo e l’airone” Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki
Migliore scenografia
- Scenografie di “Povere Creature” : James Price e Shona Heath; Decorazione scenografia: Zsuzsa Mihalek
Miglior montaggio
- “Oppenheimer” Jennifer Lame
Migliore colonna sonora
- “Oppenheimer” Ludwig Göransson
Migliore canzone originale
- “Per cosa sono stato creato?” da “Barbie”
Musica e testi di Billie Eilish e Finneas O’Connell
Migliori effetti visivi
- “Godzilla Minus One” Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima
Miglior Sonoro
- “La zona di interesse” Tarn Willers e Johnnie Burn
Migliori costumi
- “Povere creature” Holly Waddington
Miglior trucco e acconciatura
- “Povere creature” Nadia Stacey, Mark Coulier e Josh Weston
Miglior documentario
- “20 giorni a Mariupol” Mstyslav Chernov, Michelle Mizner e Raney Aronson-Rath
Miglior cortometraggio documentario
- “The last repair shop” di Ben Proudfoot e Kris Bowers
Miglior cortometraggio
- “La meravigliosa storia di Henry Sugar” di Wes Anderson e Steven Rales
Miglior cortometraggio d’animazione
- “LA GUERRA È FINITA! Ispirato dalla musica di John e Yoko” Dave Mullins e Brad Booker
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