Lo spazio offre opportunità scientifiche e commerciali sulle quali la NASA basa il proprio piano d’espansione.
Artemide, figlia di Giove e di Latona, era la dea che rappresentava la luce lunare e come tale ha dato il nome, Artemis, alla missione destinata ad iniziare una nuova era nelle esplorazioni spaziali partendo da una stazione sulla luna (prevista per il 2028) come avamposto per futuri viaggi verso Marte.
Donald Trump ha chiesto alla NASA di espandere la presenza umana al di fuori della Terra organizzando un insediamento permanente con conseguenti opportunità scientifiche ed economiche. L’ente sta cercando partnership negli Stati Uniti per progettare sistemi di mobilità robotizzata, adatti anche a terreni con forti dislivelli, per il trasporto di strumentazioni e rover lunari per astronauti.
I veicoli per il suolo lunare (LTV) non dovranno essere pressurizzati ed aiuteranno l’uomo a raggiungere una regione mai esplorata prima, il polo sud della luna. Gli scienziati sono convinti che i poli contengano milioni di tonnellate di acqua ghiacciata, una risorsa indispensabile perché significa carburante. Il nostro satellite si rivelerà strategico per studiare la Terra ed il Sole.
L’agenzia selezionerà fornitori capaci di proporre un Human Landing System e la relativa logistica di supporto dando particolare rilievo ai veicoli elettrici, allo stoccaggio delle batterie, ma anche alla guida autonoma ed alla resistenza a condizioni estreme. La tecnologia spaziale dovrà garantire la nostra indipendenza dalla Terra.
La navicella Orion, in fase di costruzione, è progettata per viaggi di centinaia di migliaia di miglia nello spazio profondo. Il lancio sarà reso possibile dal razzo SLS Space Launch System.
La prima missione è prevista senza equipaggio e si propone di superare la luna e proseguire per circa tre settimane. Una serie di obiettivi successivi aumenteranno le sfide.
Sempre più attuali le previsioni per il futuro.
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Foto di: NASA
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