Iniziata la costruzione del secondo e maggiore impianto al mondo per eliminare dall’aria la CO2 ed immetterla nel terreno sfruttando la mineralizzazione naturale attraverso l’interazione con il basalto.
Gli scienziati di tutto il mondo sono concordi nell’importanza di applicare più soluzioni in contemporanea per riportare l’anidride carbonica a livelli pre-industriali. Un solo metodo non basta. La capacità globale di accumulare la CO2 è enorme, con un valore stimato tra i 5 ed i 30 trilioni di tonnellate.
Entrambe le installazioni sono vicino a Reykjavik e sono state rese possibili dalla collaborazione con la società islandese Carbfix che ha elaborato un metodo di stoccaggio sfruttando la mineralizzazione naturale.
Gli alberi e la vegetazione sono la fonte primaria di prelievo di carbonio dall’aria, ma anche le rocce immagazzinano grandi quantità di carbonio.
Carbfix imita ed accelera questi processi disciogliendo l’anidride carbonica nell’acqua per poi farla interagire con formazioni rocciose reattive, come i basalti, per originare minerali stabili come depositi permanenti e sicuri. La tecnologia DAC fornisce una soluzione completa di cattura ed iniezione della CO2 mescolata all’acqua. In pratica è come immettere dell’acqua minerale nel terreno dove grazie a particolari tipi di rocce andrà a ricostituire, nel giro di due anni, minerali di carbonato solido.
Perché il basalto è così importante? L’elevata reattività e la composizione chimica (contenente oltre il 25% di calcio, magnesio e ferro) di questa roccia si combina con la CO2 efficientando l’intero processo. Fra i vantaggi bisogna considerare anche quanto sia comune la diffusione del basalto nella superficie terrestre e nei mari, tanto che Carbfix ha recentemente prodotto analisi per usare l’acqua marina nel dissolvere la CO2 permettendo l’espansione dell’applicazione a regioni aride.
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Immagini: CARBFIX – CLIMEWORKS
Non ho capito bene, ma la mineralizzazione in pratica é tutta roba naturale? Non ci sono altre aggiunte che l’anidride? Ma siamo pazzi a non farla? Basta tagliare un po’ di rimborsi spese ai nostri politici e ci compriamo l’intera Islanda.