Venerdì 8 aprile 2015 la NASA metterà in orbita il primo modulo abitativo gonfiabile della società Bigelow Aerospace.
La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) viaggia intorno alla Terra a circa 28.000 chilometri orari ed ha ospitato astronauti provenienti dagli Stati Uniti, dal Canada, dal Giappone, dalla Russia e da altri 11 stati membri dell’European Space Agency (ESA). La gestione dell’habitat è un punto cruciale per la sopravvivenza degli esseri umani in missioni a lungo raggio, ad esempio verso Marte. La ISS rende possibile testare alcune tecnologie fra cui i moduli gonfiabili.
Il Bigelow Expandable Activity Module (BEAM) è un programma sperimentale sviluppato su incarico della NASA che nel gennaio del 2013 ha commissionato alla Bigelow un elemento dalle dimensioni ridotte per verificarne la resistenza strutturale nel tempo e la capacità di protezione alle radiazioni ed agli urti di piccoli asteroidi in vista d’impegnativi utilizzi.
Il Beam viaggerà nella capsula Dragon trasportata dal razzo Falcon 9. Un braccio robotico lo aggancerà al Nodo 3 Tranquillity. Una volta fissato offrirà un’area extra di 16 metri cubi, lunga 4 metri esterni e 2,16 m interni, con un diametro di 3,23 metri comprensivo di scudo esterno e 2,36 metri effettivi per un peso complessivo di soli 1.360 kg. Nei prossimi due anni, gli equipaggi di turno misureranno temperatura, pressione e radiazioni nella stanza senza abitarla in modo continuativo.
L’idea delle stazioni spaziali gonfiabili risale agli anni ’60 per evolversi negli anni ’90 quando la NASA s’ispirò al Kevlar, usato nei giubbotti antiproiettile, per il progetto Trans-Hab che non fu mai lanciato e che fu ufficialmente sospeso nel 2000.
Robert Bigelow ha costruito la sua fortuna come fondatore di una catena di hotel per poi creare nel 1998 la Bigelow Aerospace dove ha investito oltre 180 milioni di dollari del suo patrimonio secondo stime pubblicate da The Economist, per finanziare uno sviluppo ambizioso nel campo aerospaziale. Il Beam è visto come un prototipo del modulo stand-alone e dalle dimensioni maggiori BA 330 che potrebbe essere assemblato con un esemplare gemello per realizzare un avamposto denominato Alpha Station.
Nel prossimo futuro pianteremo tende spaziali su Luna e Marte, ma nell’attesa la NASA deve gestire rifornimenti e smaltimento spazzatura dell’ISS perché la conquista dello spazio passa obbligatoriamente da sistemi di controllo ambientali e supporti vitali.
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Foto di: BIGELOW AEROSPACE – NASA
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