Nella Guyana francese si effettuano i test finali in vista della partenza verso Giove, prevista per aprile 2023.
L’esplorazione dell’Universo è agli inizi, anche se sono secoli che gli astronomi studiano il cielo ricavandone informazioni sempre più precise.
Giove è il quinto pianeta a partire dal Sole con una massa 318 volte superiore a quella della Terra, un diametro di 142.800 km ed oltre 60 satelliti. Insieme a Saturno, Urano e Nettuno è classificato fra i pianeti giganti che non sono composti di roccia, ma sono enormi sfere di gas. Solo il loro centro contiene un nucleo duro estremamente compresso.
L’Europa è vicina al lancio di Juice (JUpiter ICy moon Explorer), la prima missione del programma Cosmic Vision 2015-2025 con un tour che include esami approfonditi dei tre satelliti di maggiore dimensione: Ganimede, Europa e Callisto, scoperti nel gennaio 1610 da Galileo Galilei. Gli oceani all’interno delle lune di Giove potrebbero gettare nuova luce sull’evoluzione del sistema solare.
JUICE trasporterà il carico utile scientifico più potente mai messo in orbita, dieci strumenti all’avanguardia che consentiranno di studiare il potenziale di tali corpi celesti di ospitare ambienti abitabili eseguendo osservazioni di Giove, della sua atmosfera e della magnetosfera.
La sonda robotizzata verrà lanciata con il vettore Ariane 5 dallo spazioporto europeo di Kourou (nella Guyana francese) e viaggerà per otto anni prima d’iniziare le manovre nel sistema di Giove, fra cui 35 fly-by o sorvoli ravvicinati.
L’Ing Giuseppe Sarri, Project Manager of the Juice mission, ha raccontato come l’impresa sia complicata e generi stress dal punto di vista della dinamica del volo e dell’analisi. Il team deve prendere familiarità con diversi elementi e questo è stato fatto utilizzando un digital twin della navicella, mentre quando sarà in volo sarà usato un modello ingegnerizzato, una sorta di hardware gemello da impiegare per identificare e rimuovere errori nelle delicate operazioni programmate dal Centro di Controllo ESA.
Le sfide comprendono la lunga distanza e le temperature molto fredde. Un test nel vuoto, a dicembre 2022, ha rassicurato i ricercatori confermando come Juice sia in grado di sopravvivere.
Uno dei momenti critici sarà il dispiego dell’array di pannelli solari progettati per fornire l’energia necessaria per far funzionare il veicolo e le varie strumentazioni a bordo.
I dieci pannelli a nido d’ape sono rinforzati con fibra di carbonio ed ognuno misura circa 2,5 m × 3,5 m con una griglia di 2356 celle solari. Il montaggio del Photo-Voltaic Array (PVA) ha richiesto competenze specifiche svolte dall’italiana Leonardo, a Nerviano vicino a Milano. L’array ha una superficie totale di 85 m² ed è suddiviso in 5 pannelli collocati a fianco delle due ali della navicella.
Il meccanismo di apertura, con la forma di una scatola di origami a croce, si deve distendere in modo corretto rispettando la giusta angolatura.
L’entrata in orbita intorno a Ganimede, di cui si farà una mappa ed una tomografia, riveste grande importanza.
Questa luna, dalle dimensioni superiori a quelle di Mercurio, contiene molta acqua ed ha un campo magnetico che protegge dalle radiazioni, come la Terra.
Pronti per una nuova Odissea nello spazio?
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Immagini: AIRBUS – ESA – LEONARDO
Non capisco perché investire tanto denaro nell’esplorare un pianeta gassoso dove non si può atterrare o vivere. Che senso ha?