Due stelle con età diverse, la più giovane è pure magnetica, nel cuore di una nebulosa composta da gas che normalmente sono all’interno di una stella e non all’esterno. Un enigma astronomico che le apparecchiature ESO hanno contribuito a risolvere.
Il sistema HD 148937 è formato da due stelle, più massicce del Sole, circondate da una bellissima nebulosa, una nube di gas e polveri a circa 3800 anni luce dalla Terra nella direzione della costellazione Regolo (Norma in latino).
Abigail Frost, astronoma dell’ESO in Cile e principale autrice della studio pubblicato l’11 aprile 2024 su Science, racconta di come sia rimasta colpita da questo sistema così speciale.
Un’indagine approfondita ha determinato che la stella più massiccia sembra avere almeno 1,5 milioni di anni meno della compagna, cosa che non ha senso dato che avrebbero dovuto formarsi nello stesso periodo.
A rendere maggiormente intrigante l’analisi, la nebulosa nota come NGC 6164/6165 ha 7500 anni, in pratica è centinaia di volte più giovane di entrambe le stelle e mostra quantità elevate di azoto, carbonio ed ossigeno. Un fatto sorprendente dato che questi elementi si trovano di solito nelle profondità della stella, non all’esterno. L’unica spiegazione plausibile è che siano stati liberati da qualche evento violento.
Per svelare il mistero, un gruppo di scienziati ha raccolto nove anni di dati provenienti dagli strumenti PIONIER e GRAVITY, installati sul VLTI (l’interferometro del Very Large Telescope) dell’ESO, nel deserto cileno di Atacama. Le informazioni sono stati integrate con gli archivi dello strumento FEROS, dell’Osservatorio di La Silla, sempre dell’ESO.
Hugues Sana, professore alla KU Leuven in Belgio e principale ricercatore, ha dichiarato come si ritenga che, in origine, ci fossero almeno tre stelle, due vicine in un punto dell’orbita ed un’altra distanziata. Le due interne si sono fuse in modo violento, creando una stella magnetica ed espellendo del materiale che ha formato la nebulosa. La stella non coinvolta ha quindi costituito una nuova orbita con l’appena nata, dando vita all’attuale sistema binario.
Questo scenario aiuta a decifrare un vecchio problema su come le stelle massicce ottengano i campi magnetici, una caratteristica comune delle stelle di piccola massa come il Sole che non può essere sostenuta con le stesse modalità nelle altre, pur essendoci dei casi dove compaiono.
È la prima volta in cui si trovano prove così dirette di una fusione, tra l’altro avvenuta di recente, dato che si ritiene che i campi magnetici non durino a lungo nelle stelle massicce. Gli astronomi devono aver avuto la fortuna di osservare un raro evento appena dopo che si è verificato.
L’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO, attualmente in costruzione, consentirà di capire in maniera dettagliata cosa sia successo e forse rivelerà altre sorprese.
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Immagini/Rappresentazione artistica: ESO/L. Calçada, VPHAS+ team. Acknowledgement: CASU
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