Passione, coraggio e senso dell’umorismo: ecco i segreti per sopravvivere alla ricerca del successo.
Jane Campion, la prima donna a vincere la Palma d’Oro a Cannes nel 1993, ha presieduto la sezione Cinéfondation 2013 dedicata ai migliori shorts d’autore. Nonostante la mole di lavoro, la Campion ha trovato il tempo di partecipare ad un incontro informale con il pubblico durante il quale ha raccontato i momenti d’incertezza, di testardaggine e di stress che accumunano tutti gli artisti alla ricerca del proprio percorso.
La regista, dopo aver simpaticamente rifiutato una proposta di matrimonio, ha affrontato una delle principali insicurezze degli aspiranti film-maker, ossia “come conservare la fiducia nel proprio progetto”.
“Per essere un film-maker proteggete la vostra sensibilità dietro un guscio, come quello di una tartaruga. Imparate ad accettare i rifiuti, non pensate di essere i soli a dover affrontare i giudizi o chi vi nega i finanziamenti. A me hanno detto che sapevo scrivere, ma che non sarei mai stata una regista…Ho avuto le vertigini, ma bisogna sopravvivere.”
Nonostante il parere negativo degli insegnanti, il suo primo lavoro, Peel, vince la Palma d’Oro nella categoria Shorts. Eppure la partenza fu ricca di ostacoli.
“Peel era un ritratto di famiglia con un piccolo budget. Le difficoltà mi hanno fatto ammalare ed ho pensato che fosse la fine della mia carriera. Lo yoga mi aiutò a gestire l’asma e capii come fosse importante imparare ad economizzare le energie. Poco alla volta ho iniziato a riprendermi ed a organizzarmi. Dove trovare aiuto? Mi sono affidata ai consigli delle persone che avevano frequentato il mio corso e che avevano più esperienza. Mi hanno spiegato cosa non andava, come fare il montaggio. Fui molto determinata perché nonostante il giudizio sfavorevole dei miei professori, io vedevo il potenziale di quella storia ed alla fine fui la prima a stupirmi, ma vinsi la prima Palma d’Oro .”
La Campion parla della creazione di un film come di un viaggio da condividere con qualcuno che è meglio conoscere prima di partire, in modo da non trovarsi soli all’improvviso. A proposito delle scuole di cinema suggerisce di valutare bene l’ambiente, le possibilità che offrono per arrivare a piccoli finanziamenti ed i mezzi tecnici che mettono a disposizione.
Durante l’incontro la regista ha raccontato anche il proprio rapporto con gli attori. Il casting può essere un momento molto delicato perché quando si hanno di fronte nomi famosi non si può richiedere un test e la scelta diventa un atto di fede. II regista è come un direttore d’orchestra e deve fare in modo che gli strumentisti suonino bene insieme per far affiorare la propria visione. Se ci sono problemi è bene fermarsi a riflettere e non aver paura di fare domande agli attori. Bisogna assolutamente far sparire le tensioni all’interno del gruppo.
L’incontro si è chiuso con l’invito ad avere il coraggio di essere originali e di ricordarsi che gli short danno modo di esprimere la propria libertà d’espressione perché non ci sono i vincoli produttivi di un lungometraggio.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES – Simona Braga
Commenta per primo