HUBBLE: A CACCIA DI ASTEROIDI GRAZIE AD ASTROFILI ED AI

Galassia a spirale barrata UGC 12158

La distribuzione e le dimensioni dei detriti sono fondamentali per comprendere la storia delle collisioni e l’evoluzione del sistema solare.

Oltre 4 miliardi di anni fa, gli otto principali pianeti si formarono spazzando via i detriti da un vasto disco di polvere e gas che circondava il Sole. Il telescopio Hubble è stato il primo a vedere otticamente dischi simili che attorniano le stelle appena nate.

Dopo tutto questo tempo, l’universo è ancora un cantiere affollato di rocce spaziali, la maggior parte delle quali si trova tra le orbite di Marte e Giove, all’interno della fascia degli asteroidi che compaiono come scie curve nelle multiesposizioni. Questo è dovuto all’effetto di parallasse generato dall’orbita attorno alla Terra del telescopio.

Gli archivi di Hubble sono pieni d’immagini con asteroidi. Non erano gli obiettivi previsti, ma sono ovunque in foto di stelle e galassie. Individuarli sarebbe stato uno sforzo titanico per qualsiasi organizzazione, ma gli scienziati hanno avuto l’idea di lanciare, nel 2019, un’iniziativa online, sulla piattaforma Zooniverse, chiedendo l’aiuto di cittadini astrofili di tutto il mondo.

Asteroidi (tracce in bianco) con effetto parallasse causato dall’orbita di Hubble

La risposta ha superato le aspettative ed ha prodotto 105.258 classificazioni ottenute da 12.532 volontari che sono servite ad addestrare un algoritmo di deep learning su Google Cloud.

L’identificazione finale è stata di 1.701 nuove tracce rintracciate in 37.000 immagini, riprese nell’arco di 19 anni di osservazioni HST con Advanced Camera for Surveys (ACS/WFC) e Wide Field Camera 3 (WFC3/UVIS). Il risultato ha consentito di scoprire 1.031 asteroidi non catalogati precedentemente, 400 dei quali hanno dimensioni inferiori a 1 chilometro.

Grafico distribuzione dimensionale di asteroidi

Gli osservatori in orbita terrestre bassa hanno il vantaggio di creare un effetto di parallasse sulla forma della scia dell’asteroide, permettendo il calcolo della distanza con meno riscontri.

Il metodo di adattamento della parallasse alle scie, impiegato per la prima volta da Evans nel 1998, è ideale per determinare i parametri orbitali approssimativi e ricavarne le proprietà fisiche. Quando è precisata la distanza, si può usare la magnitudine apparente per misurare la luminosità e dimensione intrinseca, assumendo un valore di albedo medio.

Lo studio degli asteroidi deboli è essenziale per comprendere meglio la loro distribuzione dimensionale, finora scarsamente conosciuta per gli oggetti di poco volume rilevati grazie alla nitida risoluzione ed alla sensibilità alla luce ultravioletta di Hubble.

Pablo García Martín dell’Università Autonoma di Madrid (Spagna), primo autore della ricerca, pubblicata su Astronomy & Astrophysics, ha spiegato come l’approfondimento della popolazione di piccole entità della fascia principale fornirà informazioni sui modelli evolutivi del nostro sistema solare.

Hubble nasce da una cooperazione internazionale fra NASA ed ESA (Agenzia Spaziale Europea). Il telescopio è operativo da oltre tre decenni e continua a fare scoperte rivoluzionarie per capire l’universo.

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Immagini/Grafica: NASA, ESA, Pablo García Martín (UAM) – Giuseppe DePasquale – Elizabeth Wheatley  – Alex Filippenko

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