Gli astronomi hanno trovato un esopianeta, un po’ più caldo del nostro, in orbita attorno ad una fredda stella nana rossa situata a soli 40 anni luce di distanza.
A partire dal lancio nel 2009, la missione Keplero ha rivelato che i piccoli pianeti simili alla Terra abbondano attorno a stelle nane M di piccola massa, particolarmente adatte al rilevamento dei pianeti grazie alla loro frequenza nella nostra galassia, alle dimensioni ridotte ed alla bassa luminosità.
Gliese 12 è una stella (V = 12.6 mag, K = 7.8 mag) povera di metalli M4V a soli 12.162 ± 0.005 pc di distanza dal sistema solare e con uno dei livelli di attività stellare più bassi conosciuti per le nane M.
Come hanno commentato alla NASA: “Ci sono solo una manciata di mondi simili che meritano uno sguardo più attento“.
Il pianeta potenzialmente abitabile, chiamato Gliese 12 b, orbita attorno alla sua stella ogni 12,8 giorni, ha dimensioni paragonabili a Venere, leggermente inferiori alla Terra, con una temperatura stimata in superficie di 42°C, minore rispetto alla maggior parte dei circa 5.000 esopianeti finora confermati. La Terra ha una temperatura superficiale media di 15°C.
La stella ha circa il 27% delle dimensioni del nostro Sole con una temperatura di circa il 60% della nostra stella. Tuttavia, la distanza che separa Gliese 12 ed il nuovo pianeta è il 7% della distanza tra la Terra e il Sole.
Gliese 12 b riceve dalla sua stella 1,6 volte più energia di quella inviata dal Sole alla Terra e circa l’85% di quella che arriva a Venere. Questa differenza nella radiazione solare è importante perché significa che la temperatura dipende fortemente dalle sue condizioni atmosferiche.
Il prossimo passo per stabilire se è abitabile è capire se ha un’atmosfera ed in caso affermativo se assomiglia a quella del nostro pianeta o a Venere, dove l’effetto serra fuori controllo fa superare i 400°C, includendo la possibilità di un diverso tipo di atmosfera non presente nel sistema solare.
La questione cruciale è se Gliese 12 b sia in grado di mantenere temperature adatte all’acqua liquida ed alla vita, oltre ad aiutare a comprendere come e perché la Terra e Venere si siano evolute in maniera talmente differente.
Il pianeta extrasolare simile alla Terra più vicino a noi è Proxima Centauri b, a 4 anni luce, ma dato che non è in transito rimane ancora molto da indagare, incluso se abbia un’atmosfera ed il potenziale per la vita.
La maggior parte degli esopianeti è scoperta utilizzando il metodo del transito, in cui un pianeta passa davanti alla sua stella, causandone un calo nella luminosità.
Durante un transito, la luce della stella attraversa l’atmosfera di un esopianeta producendo l’assorbimento di alcune lunghezze d’onda. Le impronte chimiche rilevate da telescopi come Webb sono dovute al fatto che molecole di gas diversi assorbono colori differenti.
Gliese 12 b potrebbe essere importante per sapere se la maggior parte delle stelle nella nostra galassia, la Via Lattea, possa ospitare pianeti temperati dotati di atmosfera e quindi abitabili.
La scoperta dell’”eso-Venere”, realizzata da due team internazionali di scienziati, è stata pubblicata il 23 maggio 2024 nel Monthly Notice della Royal Astronomical Society.
Shishir Dholakia, studente dottorando presso il Centro di Astrofisica dell’Università del Queensland del Sud in Australia e primo autore del documento, ha spiegato come gran parte del valore scientifico di Gliese 12 b sia nel capire il tipo di atmosfera.
Larissa Palethorpe, co-autrice e dottoranda all’Università di Edimburgo, ha aggiunto che: “Si pensa che le atmosfere iniziali della Terra e di Venere siano state strappate via e poi ricostituite dal degassamento vulcanico e dai bombardamenti di materiale residuo nel sistema solare.
Masayuki Kuzuhara, professore assistente di progetto presso il Centro di Astrobiologia di Tokyo, ha partecipato con un altro team alla scoperta del mondo maggiormente simile al nostro (finora).
La Terra è abitabile, ma Venere non lo è a causa della sua completa perdita di acqua. Poiché Gliese 12 b si trova in mezzo, in termini di temperatura, la sua atmosfera potrebbe insegnarci molto sui percorsi di abitabilità che i pianeti seguono man mano che si sviluppano.
Le due équipe di ricerca hanno impiegato le osservazioni di TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della NASA, CHEOPS CHaracterizing ExOPlanets Satellite, fotometria da terra con MINERVA-Australis, SPECULOOS (Search for Planets EClipsing ULtra-cOOl Stars) e Purple Mountain Observatory (osservatorio astronomico di Zijinshan, in Cina).
Le nane rosse tendono ad essere magneticamente attive, provocando frequenti e potenti brillamenti di raggi X.
Le analisi di entrambe le squadre concludono che Gliese 12 non mostra segni di un comportamento così estremo, facendo sperare che l’atmosfera sia ancora intatta.
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Rappresentazione artistica: NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (Caltech-IPAC)
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