I keyless system sono vulnerabili ad attacchi high-tech e molti proprietari non conoscono le debolezze dei loro costosi accessori e quali comportamenti adottare.
A marzo 2017 sono stati pubblicati i test condotti dal Touring Club Svizzero (TCS) con l’Automobilclub con sede a Monaco di Baviera (ADAC), su 100 vetture equipaggiate con sistema keyless o senza chiave. I risultati hanno fatto emergere i difetti della tecnologia con i veicoli illecitamente aperti e rapidamente messi in moto usando un amplificatore d’emissione.
Le smart-key, dette “a mano libera“, includono un chip RFID. Il circuito si attiva avvicinandosi alla macchina per trasmettere l’identificazione in radiofrequenza con una portata limitata per questioni di sicurezza. La portiera si apre da sola per facilitare il conducente, magari carico di pacchetti, ma semplifica la vita anche ai ladri che hanno trovato il metodo d’intercettare la sequenza d’accesso. L’azione è eseguita da due persone di cui una munita di un piccolo ricevitore che si accosta al proprietario o dove è riposta la chiave, mentre la seconda è vicino all’automobile. In questo modo il segnale si espande fino a cento metri. La vettura si avvia grazie allo stesso meccanismo e se ha sufficiente benzina consente di allontanarsi ed avere il tempo per cambiare codice. Un condominio oppone abbastanza ostacoli alla ricezione fraudolenta, ma la macchina è esposta abitando in villette o se il guidatore rimane nel raggio dei malfattori, come quando si fa la spesa o si va al bar.
La notizia è stata resa ancora più mediatica dalle immagini di un furto di una Mercedes nell’Essex, in Gran Bretagna, dove le telecamere esterne hanno ripreso i ladri che accostano uno zaino alla casa degli ignari proprietari per ampliare il segnale e portarsi via, in tutta tranquillità, la macchina.
I malviventi dispongono di mezzi che vanificano i continui miglioramenti delle case automobilistiche, mentre i conducenti sembrano ignorare il funzionamento base degli apparecchi che comprano. Il pericolo è reale tanto che alcuni giornali stranieri riportano come le assicurazioni addebitino un extra in presenza di un dispositivo keyless.
Non bisogna ignorare i furti che colpiscono le normali chiavi elettroniche neutralizzabili da un inibitore di frequenza. Può capitare di essere avvicinati da macchine in doppia fila o da malintenzionati con un congegno che blocca il segnale del telecomando. L’auto rimane aperta ed è portata via senza difficoltà. Tale pratica è detta jamming ed a volte si verifica in zone dove certi apparati sono attivati legalmente per impedire azioni criminali in prossimità di luoghi classificati come obiettivi sensibili.
Nick Bilton, giornalista del New York Times, ha testimoniato il tentativo di furto della sua vettura, posteggiata di fronte a casa, da parte di due ragazzini che hanno cercato di sottrargliela con un aggeggio portatile wireless venduto on-line. Il rimedio che propone è di isolare la chiave mettendola in frigo, visto come una gabbia di Faraday.
Difficile dire se la soluzione sia ottimale perché abitualmente l’elettronica è danneggiata da repentini sbalzi di temperatura, piuttosto è consigliabile seguire le norme indicate dai vari produttori per disattivare il meccanismo o riporre il dispositivo dell’apertura in una gabbia di Faraday artigianale. Per realizzarla basta munirsi di una piccola scatola in metallo, aggiungere un rivestimento interno di cartone ed un doppio foglio d’alluminio, quello che si usa in cucina. Si raccomanda di testarne la reale efficacia con la vettura che non deve riconoscere la chiave “ingabbiata”. E’ importante che le parti metalliche della scatola non entrino in contatto con il metallo della chiave.
In questi ultimi mesi autorevoli esperti di sicurezza elettronica suggeriscono di disattivare il sistema Keyless ed impiegare la chiave tradizionale se non si vogliono abbinare costose tecnologie supplementari per arginare le lacune.
Rimangono validi i dissuasori che fanno perdere tempo come il blocco di pedali o volante e l’incisione del numero del telaio o della targa su tutti i vetri. Un’altra opzione è nascondere un comando per interrompere l’alimentazione stando attenti che alcuni fabbricanti sospendono la garanzia se si apportano modifiche non omologate. E’ meglio informarsi presso l’elettrauto della propria concessionaria per evitare di privarsi di tutele economiche in caso di malfunzionamenti. Al momento dell’installazione è opportuno chiedere quale sia il posizionamento più frequente e personalizzarlo. Se la macchina vale l’investimento, esistono sofisticati antifurto come LoJack, SecuKey, OnStar.
In generale i principali accorgimenti da adottare sono:
- non lasciare oggetti, borse o valigette che invoglino all’effrazione (c’è gente che ha subito il furto degli zaini di scuola dei figli o della spesa);
- non azionare il telecomando lontano dal veicolo;
- non abbandonare mai la macchina incustodita in moto o con la chiave nel quadro anche solo per pochi secondi;
- fare attenzione a chi si avvicina proprio mentre si sta chiudendo il mezzo;
- verificare la chiusura delle porte;
- se si possiede un sistema keyless isolare la chiave, nel dubbio disattivare la chiusura elettronica ed utilizzare la chiave tradizionale.
Il Touring Club Svizzero, alla fine della documentazione allegata al test, invita i produttori a lavorare contro gli abusi dell’elettronica di bordo troppo facile da hackerare.
I dati biometrici senza la trasmissione wireless sono un’alternativa possibile, ma se si usano dispositivi remoti o smart-device come orologi, tablet e telefonini si può dire addio alla privacy e di conseguenza alla sicurezza.
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