Stephen Hawking sembra vicino a risolvere il paradosso dell’informazione del buco nero ed i suoi lavori hanno ispirato grandiose proiezioni all’Università di Cambridge.
Ad ottobre 2015, in occasione del lancio di una campagna di raccolta fondi, Stephen Hawking è salito sul palco dicendo:
“Sono stato fortunato ad arrivare a Cambridge ed incontrare menti brillanti che hanno allargato i miei orizzonti. Sono stato fortunato ad avere lo spazio per pensare ed ho scelto di pensare allo spazio.”
Nato 300 anni dopo la morte di Galileo, l’8 gennaio del 1942, Hawking ha avuto la cattedra lucasiana di matematica che fu di Isaac Newton. Le ricerche sui buchi neri iniziano nel 1970 e lo portano a scrivere il suo libro più noto: “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” uscito nel 1988.
I buchi neri affascinano per i problemi che pongono e sono delle zone con una gravità talmente intensa da non lasciar passare nemmeno la luce.
Il 28 agosto del 2015, durante una conferenza al KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, Hawking ha annunciato di essere prossimo a chiarire il cosiddetto paradosso dell’informazione del buco nero, formulato dallo stesso Hawking nel 1981 e lungamente osteggiato da molti studiosi perché contraddice il determinismo ossia il principio per cui le leggi fisiche sono utilizzabili per indicare il futuro o il passato di un fenomeno in modo coerente.
L’anticipazione dell’elaborato prevede che l’informazione, invece di andare totalmente distrutta, possa essere memorizzata, pur rimanendo inaccessibile, in una supertraslazione dell’orizzonte che forma un ologramma. Il 5 gennaio 2016 Hawking, Malcolm J. Perry dell’università di Cambridge e Andrew Strominger, professore ad Harvard, hanno pubblicato un articolo sulla piattaforma open-source arXiv.org dal titolo “Soft hair on black holes“
Strominger ha dimostrato che il vuoto non ha un unico stato di energia nulla e che i buchi neri hanno dei “soft hair” dove soft descrive la leggerezza minima di fotoni e gravitoni con pochissima energia, sufficiente però ad ottenere un nuovo stato quantistico che registra delle informazioni. Fino ad oggi Hawking ha sempre confutato ogni obiezione, ma ora è convinto che la strada intrapresa sia decisamente promettente.
Cambridge ha avuto centinaia di personalità che si sono distinte nelle arti e nelle scienze, fra cui il filosofo Francis Bacon, il naturalista Charles Darwin, il fotografo Henri Cartier-Bresson, il documentarista David Attenborough, la scrittrice ed imprenditrice Arianna Huffington fondatrice della popolare testata web e numerosi registi ed attori fra cui Hugh Laurie (Dr. House).
Ad ottobre 2015, per la prima volta nella sua prestigiosa storia, l’ateneo ha invitato un artista a creare un’installazione per la cappella del King’s College affidando il lavoro a Miguel Chevalier. L’architettura tardo-gotica è diventata uno scenario d’immagini immersive colorate che apparivano, fluttuavano, si ramificavano per trasformarsi in nuove suggestioni o dissolversi in raggi luminosi.
Pioniere dell’arte digitale, Chevalier si è avvalso della collaborazione di Cyrille Henry, sviluppatore multidisciplinare specialista nella programmazione di dispositivi interattivi che generano elementi e forme complesse partendo da modelli fisici assemblati.
Le straordinarie proiezioni hanno avuto come soggetto le materie studiate nel college, dalla letteratura all’astrofisica ed hanno aperto un mondo di meraviglie sulle grandi volte a ventaglio che già da sole offrono un’impressionante sequenza di curvature spaziali.
RIPRODUZIONE RISERVATA © SHOWTECHIES – Simona Braga
Foto di: UNIVERSITY OF CAMBRIDGE – MIGUEL CHEVALIER – CLAUDE MOSSESSIAN – NASA/CXC/M.WEISS
La fisica è spettacolare in tutte le applicazioni, ma in questo lavoro è grandiosa. Disperato per i risultati di fine anno dei miei 2 figli proverò a usare queste foto per dimostrare la bellezza di alcune leggi, le formule sono vuote, ma guarda cosa generano.
What a wonderful world!
Il punk non è morto, si è solo evoluto