Lo stadio olimpico di Sochi s’ispira alle uova del gioielliere Fabergé e s’integra nel paesaggio grazie alle trasparenze dei materiali.
La cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Sochi si è svolta nel nuovissimo stadio Fisht alla presenza di 40.000 persone. L’edificio è costato oltre 600 milioni di dollari ed è stato disegnato da Steve Macey che aveva già lavorato all’Oval del Lingotto per Torino 2006.
I progettisti hanno ideato un contenitore polifunzionale ispirandosi ai teatri. Lo stadio è dotato di un sistema automatizzato di appendimenti motorizzati per permettere la movimentazione di oggetti “volanti”. Inoltre ha una rete di tunnel posti sotto il pavimento rialzato che nasconde spazi di notevole capienza. La parata delle nazioni, durante la cerimonia di apertura, ha beneficiato di questo meccanismo scenico e per la prima volta gli atleti sono entrati in scena nel punto centrale dello stadio.
Come le uova di Fabergé che si aprivano per rivelare preziosi meccanismi, lo stadio si apre centralmente per permettere la vista delle montagne circostanti. La struttura del tetto abbina parti in metallo portanti con un rivestimento traslucido in Texlon® e luci led.
Il Texlon® è composto da cuscini d’aria compressa, inseriti in un’intelaiatura di alluminio, fabbricati con strati multipli di ETFE, etilene-tetra-fluoro-etilene, un co-polimero modificato. Il materiale è stato inventato da Vector Foiltec, oltre 25 anni fa, per l’industria spaziale grazie alle straordinarie proprietà antidegrado.
L’architettura ha saputo sfruttare questo contenitore isolante e trasparente per creare facciate e tetti di straordinaria leggerezza dove la luce gioca un ruolo di primo piano.
Per il rivestimento dello stadio di Sochi si sono alternati diversi tipi di Texlon per lasciar filtrare la luce e nello stesso tempo trasmetterla in modo da non abbagliare atleti e spettatori.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES – Simona Braga
Commenta per primo