Un team di astronomi ha pubblicato un progetto di 500 terabyte con 1,5 miliardi di oggetti celesti.
Una mappa da record è stata realizzata utilizzando 200.000 immagini scattate dal telescopio VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) dell’ESO, situato presso l’Osservatorio Paranal in Cile.
Questo gigantesco insieme di dati copre un’area di cielo equivalente a 8600 lune piene e comprende circa 10 volte più oggetti rispetto alla mappa elaborata precedentemente dallo stesso gruppo di lavoro, nel 2012.
La mega raccolta include stelle neonate ed ammassi globulari. Le prime sono spesso immerse in bozzoli polverosi, mentre i secondi sono densi accumuli di milioni di stelle tra le più vecchie della nostra galassia.
Una numerosa équipe di scienziati si è servita della fotocamera a infrarossi VIRCAM capace di attraversare la polvere ed il gas che permeano Via Lattea, registrando la radiazione proveniente dai luoghi più nascosti. Scrutare nell’infrarosso significa poter individuare oggetti molto freddi come le nane brune che non hanno un’accentuata fusione nucleare o pianeti che fluttuano liberamente e non orbitano intorno ad una stella.
La nuova mappa contiene informazioni raccolte come parte della survey VVV (VISTA Variables in the Vía Láctea) e VVVX (VVV eXtended).
Roberto Kalbusch Saito, astronomo presso l’Universidade Federal de Santa Catarina in Brasile ed autore principale dell’articolo pubblicato su Astronomy & Astrophysics sul completamento del progetto, ha dichiarato come si sia trattato di uno sforzo monumentale, reso possibile dal nutrito gruppo che ha cooperato.
Nel team troviamo gli italiani Rodolfo Angeloni, Magda Arnaboldi, Luigi Rolly Bedin, Manuela Zoccali e Mattia Libralato (dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Osservatorio Astronomico di Padova INAF-OAPd), Vittorio F. Braga (dell’Osservatorio Astronomico di Roma INAF-OAR), Alessio Caratti o Garatti, Massimo Griggio (del Dipartimento di Fisica, Università di Ferrara e Space Telescope Science Institute STScI), Nicola Masetti (dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna e ASTROUNAB).
Le osservazioni sono iniziate nel 2010 e si sono concluse nella prima metà del 2023, per un totale di 420 notti.
L’équipe si è dedicata più volte ad ogni porzione di cielo per determinare le posizioni degli oggetti registrando i movimenti e le loro variazioni di luminosità, incluse quelle con cambi periodici sfruttabili come “righelli cosmici” per misurare le distanze. Questo ha fornito un’accurata visione 3D delle regioni interne della Via Lattea che in precedenza erano celate dalla polvere.
Gli astronomi sono riusciti anche a tracciare stelle iperveloci, stelle in rapido movimento proiettate fuori dalla regione centrale della Via Lattea dopo un incontro ravvicinato con il buco nero supermassiccio che vi si nasconde.
L’insieme di dati è troppo grande per essere mostrato coma una singola immagine, ma i dati ridotti ed il catalogo sono accessibili tramite il Portale Scientifico dell’ESO.
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Immagini: ESO/VVVX survey
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