Presentati i nuovi apparecchi durante l’evento “See the Bigger Picture” in diretta web da New York giovedì 23 settembre.
La conferenza stampa organizzata da DJI, in stile Apple, ha sorpreso per le innovazioni apportate nel settore consumer. Michael Oldenburg, Product Communication Lead di DJI, ha definito la serie Mavic 2 come la migliore camera per le riprese aeree da portare ovunque grazie alla maneggevolezza delle dimensioni tanto da scommettere sul successo anche nelle vendite ed a questo punto sorge il dubbio del futuro dei Phantom.
Ad un anno dal lancio della prima serie, gli sviluppatori hanno chiesto ai creatori di contenuti come potenziare il prodotto ed hanno ascoltato i suggerimenti inserendo ulteriori sorprendenti funzionalità.
Il Mavic 2 Pro può vantarsi di essere l’unico drone ad avere incorporata una piccola, ma potente Hasselblad, marchio che DJI ha acquisito nel 2017. Il design è stato rinnovato per consentirne l’integrazione mantenendo stabilità ed aerodinamicità preziosi ai fini della durata in volo.
La nuova Hasselblad L1D-20c utilizza la tecnologia Natural Colour Solution (HNCS) 6 per realizzare foto aeree da 20 megapixel con dettagli colore degni della classe Hasselblad. Il sensore da 1 pollice ha una zona di rilevamento attiva quattro volte migliore del primo Mavic Pro con una sensibilità massima di 12800 ISO per scatti a bassi livelli di luminosità.
Il modello 2 Pro ha camera Hasselblad con diaframma regolabile f/2.8 – f/11, profilo colore Dlog-M 10 bit, video HDR 10 bit, Hyperlapse, trasmissione OcuSync 2.0 1080p fino a 8 km, autonomia di volo 31 minuti. Il Dlog-M amplia le opportunità espressive dei fotografi se si pensa che il sistema è in grado di registrare oltre un miliardo di colori rispetto ai 16 milioni dei tradizionali profili ad 8 bit conservando particolari nelle zone estreme verso l’oscurità o il bianco. L’ampia gamma tonale è esaltata dall’HDR e dalla possibilità di vedere il proprio girato su televisori 4k HLG.
Il Mavic 2 Zoom ha sensore da CMOS 1/2,3″ da 12 megapixel, zoom 4x che include zoom ottico 2x (24 mm – 48 mm distanza focale equivalente ai 35mm), video Full HD con zoom 4x, Dolly Zoom, Hyperlapse, trasmissione 1080p fino a 8 km, autonomia di 31 minuti in volo.
La lunghezza focale di 48mm comprime la prospettiva agendo sull’effetto della parallasse (lo spostamento apparente della posizione di un oggetto vicino rispetto ad altri sullo sfondo, ndr) per una resa cinematografica delle riprese aeree. La messa a fuoco automatica ed ibrida combina il rilevamento a fase ed a contrasto con aumento della rapidità e del contrasto del 40% rispetto alla versione precedente mantenendo il soggetto nitido mentre si zooma.
La modalità Super Resolution scatta 9 clic con il 48mm con un’inquadratura paragonabile a quella di un’immagine con obiettivo da 24mm con un incredibile livello di dettagli.
Due funzioni hanno particolarmente stupito. La prima è l’Hyperlapse presente in tutti e due i modelli per video in timelapse di qualità professionale semplicemente premendo un bottone ed affidandosi agli elaborati automatismi interni invece che a lunghe impostazioni, la seconda è il Dolly Zoom esclusiva del Mavic Zoom che offre una distorsione prospettica propria del linguaggio cinematografico.
Come ha sottolineato l’alpinista e fotografo Jimmy Chin, premiato dal pubblico al Sundance Film Festival e finalista agli Oscar 2016 nella categoria dei documentari, l’aspetto più importante è l’affidabilità. Gli sportivi che si dedicano ad imprese mozzafiato con notevole dispendio di energie fisiche e mentali, oltre agli investimenti in denaro, non possono concedersi il lusso di ripetere il ciak, dev’essere buona la prima. Chin ha rivelato che in uno dei suoi precedenti film è ricorso a costosi interventi in post-produzione per ottimizzare il materiale video. All’epoca non aveva un drone, ma ora ha testato il Mavic 2 in Groenlandia mostrando la comodità di un apparecchio che si trasporta ripiegato nello zaino e che effettua riprese senza mai perdere di vista i soggetti con panoramiche che restituiscono agli spettatori la visione dei paesaggi esplorati.
Entrambe le versioni hanno stabilizzazione su tre assi, una maggiore silenziosità, codec H.265 per un’avanzata compressione dei video, velocità che raggiunge i 72 km/h. Il 2 Pro ha 14 stop, mentre lo Zoom ha 13 stop. Le foto in formato Jpeg e RAW sono salvabili su carta micro SD o nella memoria interna. La sicurezza è implementata con il rilevamento multidirezionale degli ostacoli, ma non in modalità Sport, con sensori su tutti i lati del drone e alla segnalazione di no-fly zone prontamente evidenziate dal GPS.
Il radiocomando standard ha 135 minuti d’autonomia, è ripiegabile con joystick rimovibili per un facile trasporto ed un rinnovato design che si adatta meglio agli ultimi smartphone.
DJI investe sull’assistenza, sulle garanzie opzionali offrendo anche un servizio di aggiornamento di vecchi modelli purtroppo attivo solo negli Stati Uniti ed in Cina. La serie Mavic 2 è già disponibile negli store ufficiali del brand. Il Mavic 2 Pro è in vendita a 1.449 euro, mentre la versione Zoom ha un prezzo di 1.249 euro.
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Foto: DJI
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