A Torino sono sfilate fuoriserie dalle linee avveniristiche e vettura classiche che hanno percorso le vie cittadine ammirate da migliaia di persone.
La quarta edizione di Parco Valentino è appena terminata e si tirano le somme di un evento che ha riportato l’auto nel cuore della città. Il presidente della manifestazione Andrea Levy può giustamente essere orgoglioso del successo di pubblico con espositori ed appassionati venuti da tutto il mondo.
La supercar parade della giornata inaugurale, nonostante il temporale pomeridiano, è stato uno dei momenti imperdibili. Nel cortile del Castello del Valentino erano schierate le creazioni di Italdesign, di cui si festeggiava il 50° anniversario, alle quali si sono unite altre auto arrivate appositamente per la sfilata di mercoledì 6 giugno. Dalle 20.30 esponenti di spicco dei vari marchi si sono messi alla guida del modello più rappresentativo della loro società seguiti da proprietari di esemplari unici.
Le caratteristiche linee anni ’30 della Lancia Astura si sono fatte notare per l’eleganza retro, non scalfita dal passare del tempo.
La Astura fu disegnata dal conte Mario Revelli di Beaumont. Il nobile apparteneva ad un’antica famiglia torinese ed era un appassionato di corse motociclistiche e di meccanica. Dal padre inventore della mitragliatrice Fiat-Revelli, utilizzata durante la prima guerra mondiale, ereditò il talento per la progettazione. Erano anni in cui l’aviazione aveva rivoluzionato il design con l’introduzione dell’aerodinamica. Uomo colto e dai gusti raffinati, Revelli collaborò con gli storici Stabilimenti Farina di Torino dove firmò creazioni leggendarie come l’Isotta Fraschini, la Lancia Ardita 1934, l’Aprilia 1938 cabriolet e la Fiat 1500 coupé carrozzate Bertone, solo per citarne alcune.
Revelli fu il primo a pensare alla tipologia che sarà identificata come monovolume, ma propose anche altri accorgimenti tecnici all’avanguardia, fra cui una vettura con motore elettrico, scocca in legno, rivestimento in resina sintetica, accumulatori, amperometro, quadro degli strumenti in sughero, vetri laterali e parabrezza in plexiglass. Degno di nota il bozzetto di un minibus con roulotte a rimorchio per servizi giornalistici in esterna, disegnato per l’EIAR, l’attuale RAI che nacque a Torino.
La Cabriolet 1934/’35 Astura, dal nome di un castello nei pressi di Nettuno, appartiene all’architetto Corrado Lopresto, collezionista di vetture che mietono successi nei concorsi di eleganza di Pebble Beach e Villa d’Este. E’ lo stesso proprietario che ci racconta la storia di questo modello esclusivo.
“La vettura fu costruita su commissione del Conte Ingegner Giovanni Lurani (1905-1995), un famoso pilota di grandi classiche che corse nel periodo fra la prima e la seconda guerra mondiale, riprendendo poi fino al 1954. Il progetto fu preparato da Revelli di Beaumont e realizzato da Farina. Lurani se la fece consegnare ancora incompleta con l’autotelaio e quattro seggiolini per partecipare alla gara in salita Lecco-Maggio 1934, con un tracciato di 12 km e 500 metri di dislivello.
Nelle foto d’epoca si vede il conte correre al volante dell’Astura 3 litri con la quale vinse nella classe Turismo per proseguire la corsa in discesa, sotto lo sguardo allibito dei commissari che pensavano non avesse visto il traguardo, scendere fino a valle dove il suo fidato meccanico, Facetti, gli fece trovare pronta una Maserati 1500 cc con la quale ripartì facendo registrare il miglior tempo assoluto in quella categoria.”
Nel suo libro di memorie, Giovanni Lurani ricorda l’impresa: “I cronometristi ed i commissari avevano creduto di trasecolare vedendo questo “corridore-fantasma” che appena tagliato il traguardo vittorioso si era dileguato a tutta velocità come se fosse stato inseguito da una legione di…carabinieri volanti! Emozioni ancora più violente provarono gli ignari e pacifici gitanti quando si videro quasi travolti da una rossa macchina… e piombai giù a Bellano, da dove continuando ad una andatura tipo “Mille Miglia”, arrivai dopo un giro di 60 km alla partenza di Lecco…”
Dopo quella corsa, il conte usò l’Astura solo nei trasferimenti pre-gara in tutta Europa. Il 4 marzo del 1935, la splendida carrozzeria trasformabile semi-aerodinamica, uscita dagli stabilimenti Farina, inaugurò la stagione con la vittoria al 6° Concorso Internazionale di Eleganza di Viareggio. Sempre nel 1935 si aggiudicò anche il Concorso di Montecarlo, il Grand Prix e la Coppa Lalique a Cannes oltre al premio di Classe di Villa d’Este.
Lurani partecipò come volontario al conflitto di Etiopia scegliendo di smobilitare la propria organizzazione corse. L’Astura e la Maserati furono vendute e rimandò a dopo la guerra i tentativi di record che voleva stabilire con la vetturetta di sua ideazione, la Nibbio.
Il nuovo proprietario di Bologna restaurò l’Astura, dopo la seconda guerra mondiale, tenendola fino a qualche anno fa quando passò alla collezione Lopresto. L’Astura ha interni con un eccezionale livello di conservazione e la copertura dell’abitacolo ha superato la pioggia torrenziale, abbattutasi nel tardo pomeriggio torinese. La gloriosa Lancia ha resistito alle intemperie così come i visitatori di Parco Valentino che hanno atteso che spiovesse per godersi la parata di stelle.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES Simona Braga
Documentazione storica: Arch. Corrado Lopresto – “Corse nel mondo (1920-1935)” di Giovanni Lurani Edisport, Milano
Fotografie Parco Valentino: Simona Braga – Vietata la riproduzione senza autorizzazione scritta. Il materiale in alta risoluzione può essere richiesto alla redazione.
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