
Una gloriosa cabriolet uscita dagli stabilimenti Farina di Torino si è aggiudicata il premio Best in Show del concorso che si tiene ogni anno in Florida.
Fondato nel 1996, l’evento di Amelia Island riunisce vetture straordinarie e piloti leggendari, esaltando l’innovazione tecnica e lo stile senza tempo.
Le previsioni meteo inclementi per domenica 9 marzo hanno obbligato gli organizzatori ad anticipare a sabato il Concorso d’Eleganza, dove ha trionfato la splendida Alfa blu, numero di telaio 412028, proveniente dalla collezione del defunto Arturo Keller, scomparso l’anno scorso.
Il nipote, Alejandro Tonda Keller, ha presentato il veicolo con giustificato orgoglio, sottolineando come faccia parte della raccolta di auto d’epoca da ben prima della sua nascita. Ha inoltre evidenziato come il restauro, nonostante risalga a oltre 25 anni fa, continui a rivelare l’eccezionale attenzione ai dettagli che suo nonno pretendeva, sempre alla ricerca della perfezione assoluta.
L’Alfa Romeo introdusse la serie 8C (2300-2600-2900) nel 1931 la cui sigla dipendeva dall’iniziale motore da corsa a otto cilindri in linea da 2,3 litri, progettato da Vittorio Jano.
La versione di punta da 2,9 litri debuttò nel 1935 e ne furono fabbricati circa 40 esemplari. Dotata di doppio albero a camme e valvole in testa, due compressori volumetrici, schema transaxle e sospensioni indipendenti su tutte e quattro le ruote, era un’automobile estremamente avanzata e piuttosto costosa.
Con un telaio derivato da una vettura da Grand Prix e un potente otto cilindri in linea con doppia sovralimentazione, l’Alfa Romeo 8C 2900 fu una delle più vincenti sportive degli anni ’30. Per alcuni, la migliore in assoluto, come dimostrano le tre vittorie consecutive nella massacrante Mille Miglia e due successi alla 24 Ore di Spa.
Le 8C 2900, note anche come 2.9 o 2-9, vantavano raffinate linee disegnate dai principali carrozzieri italiani, principalmente di Touring, ma la vincitrice 2025 di Amelia è presumibilmente l’unica uscita dagli Stabilimenti Farina.
Curiosamente, come ha ricordato Keller, fu “costruita da Farina, per Farina”. Nata come vettura ufficiale da competizione, si ritiene fosse uno dei prototipi destinati alla Mille Miglia del 1938, gara poi vinta dall’Alfa Romeo. Presto passò nelle mani di Giuseppe Farina, pilota di talento che s’impose in numerosi Grand Prix prima della guerra e che nel 1950 divenne il primo campione del mondo di Formula 1.
Figlio di Giovanni Farina, fondatore della celebre officina torinese, Giuseppe commissionò una carrozzeria speciale: una cabriolet quattro posti con guida a destra, caratterizzata da un insolito rivestimento interno in pelle a effetto stingray insieme ad eleganti prese d’aria sulle fiancate e sulla parte superiore del cofano, dettagli che valorizzano l’unicità di questa creazione.
Un modello che incarna il perfetto equilibrio tra ingegneria e stile, nato per dominare in gara e trasformato in un capolavoro di eleganza. Ancora oggi, il suo fascino rimane ineguagliato, testimoniando l’eccellenza assoluta dell’Alfa Romeo negli anni d’oro del motorismo.
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Immagini: Hagerty Deremer
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