La mostra del Costume Institute esplora l’evoluzione della moda americana con sale allestite da Radha Blank, Janicza Bravo, Sofia Coppola, Julie Dash, Autumn de Wilde, Tom Ford, Regina King, Martin Scorsese e Chloé Zhao.
La sfavillante serata di gala 2022 del Met, ritornata al tradizionale primo lunedì del mese di maggio, ha avuto un dress code dedicato all’Età Dorata del diciannovesimo secolo, dai vestiti ai gioielli. L’appuntamento ha visto il trionfo degli stilisti italiani, in modo particolare dell’Atelier Versace scelto da Blake Lively, Gigi Hadid e Chiara Ferragni.
L’evento mediatico finanzia l’esposizione primaverile che quest’anno è intitolata “In America: An Anthology of Fashion” con tema l’evoluzione della sartoria statunitense dall’inizio del XIX alla fine del XX secolo.
L’esibizione apre ufficialmente al pubblico sabato 7 maggio ed è la seconda parte di un’esplorazione cominciata a settembre 2021 con Lexicon of Fashion. Entrambi i percorsi saranno visibili fino al 5 settembre 2022.
La prima parte ha un approccio generale, mentre l’Antologia svela storie sconosciute sfruttando l’immaginazione di alcuni famosi registi americani, come ha sottolineato il responsabile del Costume Institute, Andrew Bolton che insieme a Jessica Regan e Amelia Peck ha ispirato nove autori a creare dei freeze frame per evidenziare l’estetica sotto una prospettiva singolare scoprendo l’identità ed il ruolo sociale degli abiti.
La mostra presenta circa 100 vestiti da uomo e da donna disposti nella storica cornice delle stanze d’epoca dell’ala americana del Met per proporre un secolo di vita domestica.
La narrazione si snoda attraverso storie personali e pubbliche per contestualizzare episodi culturali ed artistici e testimoniare il contemporaneo emergere di un design che inizia a distinguersi da quello europeo.
Un divertente scontro nel campo della moda fra Usa ed Europa è rappresentato dall’installazione di Tom Ford ospitata nella sala Vanderlyn Panorama dove una sorta di giostra simula il duello fra le creazioni dello stilista francese Yves Saint Laurent contro quelle di Donna Karan per ricordare il fashion show tenutosi alla reggia di Versailles, fuori Parigi, nel 1973 e vinto dagli americani, secondo i curatori.
Autumn de Wilde è l’artefice delle stanze Baltimora e Benkard con due ambientazioni ricche di senso dell’umorismo e gusto per i dettagli, Radha Blank ha lavorato nella Haverhill Room, Janicza Bravo si è occupata del salone del revival rococò e della biblioteca del revival gotico, Sofia Coppola ha curato la McKim, Mead and White Stair Hall ed il camerino Worsham-Rockefeller, Julie Dash ha firmato i saloni del revival greco e rinascimentale, il sopracitato Tom Ford ha spettacolarizzato la galleria con il dipinto panoramico di Versailles del 1819 di John Vanderlyn, Regina King si è dedicata ad un salotto di Richmond (Virginia) del XIX secolo mentre a Martin Scorsese è stato affidato un soggiorno del XX secolo disegnato dal celebre architetto Frank Lloyd Wright e Chloé Zhao ha fatto lievitare Mother Ann Lee fondatrice della setta religiosa United Society of Believers in Christ’s Second Appearing (nota come Shaker dato che ricercavano l’estasi attraverso la danza o tremori, ndr), in un’austera Shaker Retiring Room degli anni ’30 dell’Ottocento.
Il vestito da ballo blu collocato nel Revival Rococò è della stilista Marguery Bolhagen e fu indossato al ballo inaugurale per la presidenza di John F. Kennedy, nel 1961, da Austine Hearst moglie di William Randolph Hearst Jr, il secondogenito del magnate che ispirò Quarto potere di Orson Welles. La signora Hearst compariva regolarmente nelle cronache delle donne più eleganti dell’epoca grazie alla collaborazione con la stilista Bolhagen che cominciò a disegnare modelli unici per la propria clientela.
Lo scenografo cinematografico Shane Valentino ha supervisionato entrambe le mostre insieme al Dipartimento di Design del Met, mentre il direttore della fotografia Bradford Young (Selma – La Strada per la libertà, Arrival, When They See Us) ha curato le luci.
New York vuole ritornare ad essere una delle mete turistiche più visitate al mondo ed il Museo Metropolitano rilancia l’importanza degli eventi.
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Foto: (c) The Metropolitan Museum of Art.– Le immagini sono coperte da Copyright.
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