Canzoni accattivanti e pubblico entusiasta intorno al palco illuminato da luci e video nella tournée invernale del cantautore bolognese.
Al Pala Alpitour di Torino l’atmosfera è quella delle grandi occasioni con spalti e parterre affollati di fan ed un Cremonini scatenato in due ore di concerto in cui alterna i brani dell’ultima produzione discografica ai successi che lo hanno reso famoso. Mamo Pozzoli ha firmato lo show-design con un progetto che valorizza l’energia e la maturità dell’artista.
“Il tour prende il nome dal singolo che ha spopolato quest’estate, diventando anche la colonna sonora della pubblicità del cornetto Algida. L’artwork dell’album è molto bello ed è giocato su geometrie ed illusioni ottiche, ma sarebbe stato troppo didascalico da riproporre in una dimensione live. Abbiamo scelto un approccio diverso basandoci sui desideri di Cesare che voleva avere più metri quadri a disposizione per muoversi non solo lateralmente, ma poter avanzare in mezzo alla gente.”
Come hai modulato la struttura?
“La richiesta implicava una passerella che ho sviluppato partendo da un fulcro centrale destinato al cantante con la band alle spalle su un livello innalzato, mentre frontalmente ho disegnato due estensioni leggermente ribassate ed angolate che offrono una terza area di percorrenza.
Le zone sono collegate da rampe calpestabili grigliate ed a declivio senza scale, nè pedane. Il palco ha una configurazione quasi ad X con un look total black in tutti gli elementi costruttivi: dai Layher alle tavole, dalle americane ai fari. Un corpo massiccio dall’aspetto inusuale nel panorama italiano.”
Gli schermi sono imponenti, che ruolo hanno?
“Al fondo delle passerelle sono collocati due Ledwall simmetrici da 9mm ad alta risoluzione che servono per il live. Il loro formato è un 16:9 verticale con base 4,8 x 6 metri di altezza ed ho lavorato per movimentarne l’uso insieme ad Emigliano Napoli che ha curato la regia video. Siamo ricorsi a numerosi espedienti per dare uno stile caratterizzante ad ogni brano. Nella prima parte gli schermi sono spenti e nascosti dietro ad un fondale a gancio che dopo circa mezz’ora cade permettendo la visione full-screen che viene, poco per volta, spezzata attraverso maschere gestite con il mediaserver Pandoras Box.
In questo modo passiamo, elettronicamente, ad una dimensione multischermo suddividendo la superficie per far sembrare che ci siano 4, 8, 12 display. Inoltre si è scelto se trasmettere la stessa immagine all’interno di tutti i riquadri o proiettare contenuti differenti.”
Quali risorse avete adoperato per essere originali?
“Cesare ha avuto delle intuizioni vincenti come quando ha pensato d’inserire un momento suggestivo con un effetto che arricchisce la percezione. Lui entra in scena seduto al pianoforte grazie ad una botola situata in una passerella. L’atmosfera è minimalista con pochissime luci e nessun video. Ad un certo punto si dirama una raggiera di laser che crea una magia particolare con un prisma bicolore che ruota lentamente assecondando il mood.
I laser forniti dall’inglese ER Production sono protagonisti anche in un altro pezzo dove si accendono 8 barre con dieci sorgenti fisse monocromatiche. La gestione facilitata, via DMX, ha reso il loro impiego semplice ed economico.”
Il fondale è piuttosto complesso. Ci spieghi cosa comprende?
“L’impianto prevede 4 top truss posizionate con un angolo di 90°, un’americana centrale di 12m con tratte laterali ed una serie di strutture a grappolo che riempiono il muro di fondo. In pratica sono dei cluster a cui abbiamo appeso, ad una distanza di due metri, un sostegno che a sua volta aggancia un ulteriore concatenamento. ”
L’allestimento ha una sorta di totem composto da quali tipi di luci?
“Ho scelto di disporre 21 Elidy, delle matrici a led molto luminose della società francese Chromlech, su truss a coda di freccia inclinandole a 45 gradi per non dirigerle direttamente sul pubblico. Sono usate per il controluce e puntano su aree del palco dove si muove Cesare. La loro temperatura colore si mescola perfettamente con il mondo delle incandescenze ed è straordinario che i led siano arrivati a tali risultati.”
I pannelli proiettano anche grafiche?
“Il limite dell’effettistica luci è la difficoltà a modificarla in tempo reale, mentre con le matrici si può far entrare un segnale video live sempre diverso per servirsi della dinamica generata in quel momento.
Gli Elidy mi permettono di miscelare luci e video in contemporanea attraverso la console GrandMa2. Ogni led si accende dando priorità al valore più alto, con la mappatura dei pixel determinata da Pandoras Box.”
Quali fari hai impiegato?
“Ho luci tracciate ed incidenti grazie a 18 Clay-Paky Sharpy e 18 Sharpy Wash, 16 Clay-Paky Alpha Beam 700, 28 Robe Robin 300 LedWash. La lista dei materiali si completa con 16 Martin Mac 2000 Wash, 12 Martin Atomic, 22 SGM Q-7 e 27 PixelLine 1044 estremamente performanti nel backwall. Ad assistermi come responsabile luci c’è Andrea Coppini.
Il concerto parte forte con un sipario kabuki semicircolare bianco che cade dopo 20 secondi. L’avvio ha sequenze potenti dove accendo a strobo persino alcune barre led ancora nascoste dietro il telo nero semitrasparente del fondale.”
Cremonini scrive canzoni in cui descrive le sue emozioni con le incertezze dei sentimenti e dei tempi. Il tour testimonia la sua curiosità nei confronti del mondo visual con un’impostazione sempre più definita ed attuale.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES – Simona Braga
Foto di: SHOWTECHIES – Simona Braga
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