Da mercoledì 20 maggio 2020 è iniziata la distribuzione degli strumenti per la tracciabilità disponibili con l’aggiornamento del sistema operativo iOS ed in Google Play Services per Android.
22 nazioni hanno richiesto l’accesso a risorse basate su tecnologie Apple e Google per combattere la Covid. Per sfruttare il potenziale della sorveglianza questi sistemi dovrebbero essere installati nella maggior parte dei telefoni in circolazione. Il monitoraggio costante di tutti i contatti, incrociato con i dati sanitari ed i tempi di interazione, mira alla valutazione del rischio di contagio.
Secondo le dichiarazioni delle due Big Tech coinvolte, gli strumenti sono anonimi, richiedono il consenso dell’utente finale, non usano la geolocalizzazione del GPS, ma il Bluetooth con una serie di combinazioni casuali che cambiano ogni pochi minuti senza far riferimento ad un database esterno.
Se un individuo con il coronavirus decide di notificare i suoi contatti potrà segnalarli alle autorità sanitarie. I codici generati dal telefono negli ultimi 14 giorni saranno memorizzati come appartenenti ad una persona infetta per consentire agli altri telefoni di ricevere un avviso di allerta.
Nello stesso giorno è interessante notare che alcuni importanti giornali europei hanno dato spazio alle violazioni della privacy delle Big Tech, soprattutto da parte delle varie tecnologie di ascolto.
A luglio 2019 era uscita un’intervista dove una persona dichiarava come il suo lavoro consistesse nel trascrivere le conversazioni registrate da Siri (Apple) anche quando l’assistente digitale non era attivato coscientemente dall’utente. Consulenti esterni e dipendenti vari si sono ritrovati ad “origliare” informazioni mediche riservate, confidenze intime, trattative commerciali incluse operazioni illegali.
Passato un anno, il whistleblower ha rinunciato all’anonimato. Il 20 maggio 2020, Thomas Le Bonniec ha dichiarato di aver inviato un comunicato all’Unione Europea per sollecitare che si accertino le condizioni di rispetto della privacy mettendosi a disposizione per testimoniare la massiva violazione dei diritti di milioni di persone. Non siamo in grado di verificare l’affermazione di Le Bonniec, se sia un mitomane o se dica la verità, ma l’Unione Europea ha i mezzi per valutare ed agire.
Intanto Apple ha aggiornato la policy di Siri dove si legge:
” Quando fate domande, Siri invia certi dati ad Apple per rispondere alle vostre richieste. Oltre queste registrazioni audio, il vostro dispositivo manderà altri dati come:
nomi dei contatti, nickname e relazioni (ad esempio “mio papà” se l’avete scritto nei vostri contatti), musica, libri e podcast che condividete, il vostro nome ed i nomi dei membri della vostra famiglia, i nomi dei dispositivi ed i membri condivisi nella app Home, i nomi degli album delle foto, le app installate sul vostro dispositivo e le shortcuts che avete aggiunto.”
La pagina prosegue e v’invitiamo a leggerla.
Per essere corretti è utile generalizzare il comportamento senza puntare il dito unicamente su un produttore.
Le persone parlano con gli oggetti pensando che siano programmi d’Intelligenza Artificiale ad ascoltare ed a rispondere, invece l’Intelligenza Artificiale (ad oggi) è ancora molto umana. Si sottovalutano le capacità di memoria che permettono d’immagazzinare i Big Data. L’AI vera esiste, ma non è così diffusa. Approfondiremo il discorso..
I sistemi di sorveglianza s’innescano negli oggetti di uso comune. Chi lavora a Silicon Valley non è uno stupido. La maggior parte di queste persone ha quozienti d’intelligenza superiori alla media, sono informatici e sono laureati in prestigiose università. In modo frequente abbinano il coding (la programmazione) a basi di antropologia e psicologia per rendere gli utenti sempre più “dipendenti” a determinati software o hardware.
Il problema si complica perché diventa economico. Le Big Tech sono più ricche e potenti di molte nazioni. Bisognerebbe porre dei limiti al loro espansionismo garantendo che la concorrenza agisca ridistribuendo i pesi nel mercato.
Facebook ha appena acquisito anche Giphy, la maggiore piattaforma di gif al mondo utilizzata da artisti grafici del web. Il sito Axios ha scritto che l’incorporazione è costata 400 milioni di dollari. Fb ha dichiarato che unendo Instagram e Giphy si permetterà alle persone di trovare la Gif e gli sticker perfetti per le loro storie. Molti informatici hanno invece evidenziato come la mossa di Fb sia stata fatta per accorpare un potenziale software rivale integrato in Twitter ed in Signal, una app per comunicazioni sicure sulle quali Mr Zuck vorrà mettere le mani, pardon i codici.
Bisogna costituire organizzazioni internazionali super partes che coinvolgano esperti di crittografia e security, whistblower e specialisti in sicurezza nazionale. Per intenderci non basta dichiararsi entusiasti della tecnologia per diventare automaticamente degli esperti e non si possono coinvolgere solo le università dato che le migliori hanno contratti commerciali con le Big Tech. Ci vogliono controlli incrociati.
Il 18/5/2020 il Commissario Europeo Thierry Breton ha invitato, in videoconferenza, Mark Zuckerberg a comprendere i valori su cui si basa l’Europa. In risposta il fondatore di Facebook si è detto preoccupato del rischio di contagio del modello cinese. Una tale presa di posizione ha qualcosa di ridicolmente sublime. Zuckerberg è un Machiavelli planetario, ma forse è già nato chi può batterlo.
Per il momento promette bene Avi Schiffmann che a soli 17 anni ha creato una piattaforma web per trackare la Covid. Il sito è stato visitato da milioni di persone ed il giovanissimo Avi ha rifiutato un’offerta di 8 milioni di dollari per riempire di pubblicità le pagine lasciando indipendente il sito.
Il ragazzo sembra avere le idee chiare. Non vuole scrivere codici tutta la vita ed ora ha le conoscenze per sviluppare il suo progetto.
Eravamo partiti dal tracking. Se non siete sicuri di saper gestire la privacy fate attenzione agli aggiornamenti in automatico dei sistemi operativi. Tutti i telefonini sono tracciati e lanciano ping ogni tot di minuti, ma se non hanno il vostro consenso siete protetti dal Regolamento Generale di Protezione dei Dati (RGDP) dell’Unione Europea del 25 marzo 2018.
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Foto di: Apple – Giphy – Signal – ShowTechies
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