Grande successo per Baglioni e Morandi che tengono il palco per tre ore con un concerto intenso e spettacolare.
Venerdì 18 maggio, Baglioni e Morandi si sono esibiti al PalaAlpitour di Torino registrando l’ennesimo tutto esaurito in una tournée che attraversa l’Italia raddoppiando e triplicando le date inizialmente previste.
Due leggendari interpreti che sfidano l’età per continuare a mettersi in gioco. Sugli spalti si vedono molti over 55, ma la partecipazione non è mai compassata. E quindi vai con look da stadio, selfie di coppie che festeggiano la loro storia dopo trent’anni dalla “maglietta fina”, figli che accompagnano le mamme per scatenarsi sulle note dei motivi più scanzonati.
Il concerto di Torino è stato memorabile con Baglioni che ha rispettato l’impegno nonostante la febbre, mentre Morandi ha sottolineato la forza d’animo del collega supportandolo con generosità. E quando il primo soffriva per non riuscire a dare il meglio con la voce, il pubblico cantava con sempre maggiore calore.
Parliamo del progetto dei “Capitani Coraggiosi” con il light-designer Carlo Pastore.
“Si è ripreso lo spettacolo fatto a Roma e trasmesso ai primi di ottobre 2015 su Rai1. L’accoglienza dei fan ha superato le più rosee previsioni e si sono aggiunte repliche a quasi tutte le date oltre a nuove location. Per avere una misura del trionfo, basti pensare che dopo le tre serate a Milano, torneremo al Forum di Assago con altri due appuntamenti.”
Quali adattamenti ha richiesto il disegno luci?
“Abbiamo un palco che ospita 24 musicisti che dovevamo necessariamente distribuire su differenti livelli inventandoci una gradinata per l’orchestra. I protagonisti sono liberi d’interagire nella parte frontale che comprende anche due pedane, collocate esternamente all’estremità dello stage, come spazi personalizzati. A sinistra troviamo la postazione pianoforte di Claudio con a destra l’isola sopraelevata di Gianni, caratterizzata da un contrabbasso.”
Come hai movimentato la scena?
“E’ un contesto ipersimmetrico che si sviluppa per una larghezza di 16 metri con un’altezza posteriore di 4,5 metri. La modularità dei gradini dà profondità e si riflette sulle americane che scalano in maniera speculare. La prospettiva termina su un ledwall stretto e lungo, sezionato in strisce di un metro con quella centrale alta tre metri. Il concept nasce da un’idea di Igor Ronchese della società Tekset che ho completato con la superficie scomposta del display.”
Chi ha realizzato i video e come sono gestiti?
“I contributi sono firmati dai 4Dodo, dei ragazzi di Udine che hanno lavorato in simbiosi con gli artisti. La scelta di base è stata quella di eliminare i filmati soggettivi ed i live privilegiando immagini e grafiche create per l’evento.”
Come unisci luci e video?
“Utilizzo una GrandMa2 con un programmatore molto bravo, Angelo Cioci che mi aiutato nella preparazione. Da console controllo anche la luminosità del ledwall agendo manualmente perché ogni posto ha le sue particolarità come riflessioni e dispersione del fumo. Stefano Ranalli detto Flash è il tecnico specializzato di Agorà che mi ha affiancato seguendo il player WatchOut collegato in timecode per la riproduzione delle clip.”
Quali tipologie di luci hai preferito?
“Ho fatto delle scelte prettamente tecniche prediligendo corpi illuminanti che non fossero ingombranti per evitare di andare ad impallare il video. Ho 25 Mythos della Clay-Paky che ritengo strabilianti. Sono macchine di ultima generazione che possono essere usate come wash, spot o traccianti con effetti veloci che ti risolvono le situazioni.”
Sempre della Clay-Paky ho degli Sharpy e degli Alpha Spot 700 HPE a taglio da entrambi i lati sul proscenio oltre a dirigerne uno sulle varie postazioni.
Il ledwash è il Quantum della Martin che è uno dei più potenti sul mercato ed è posizionato appeso, mentre per il floor ho optato per il Mac Aura. Generalmente amo le alogene, ma questa è un’occasione in cui non sono richieste perché andrebbero ad impastare il video che ha già un’ampia gamma cromatica. Sul fondo ed in controluce ci sono comunque degli accecatori a 4 ed a 2 lampade.”
Ci racconti come si evolve lo show?
“Con due artisti così importanti tutte le canzoni richiamano ricordi ed emozioni ed in tre ore e 10 minuti ci sono 34 momenti musicali con diversi medley. Ogni brano è una hit conosciuta che richiederebbe la massima energia, ma il concerto è strutturato in crescendo per non bruciare le aspettative.
La partenza è teatrale con aperture che si scoprono poco per volta per poi infiammarsi nel finale con effetti di grande impatto. Ad esempio su un pezzo di Claudio, “Via” abbiamo sagomato le superfici video con dei bianchi usando il ledwall al 100% come un’enorme strobo.”
Come s’integrano i capitani sul palco?
“Sono persone intelligenti ed hanno capito che la chiave vincente per questo progetto è separare i ruoli e nello stesso tempo fondere le esperienze di entrambi per reinventarsi il repertorio.”
Per la cronaca Baglioni non ce l’ha fatta ad esibirsi per la seconda data a Torino sabato 19 marzo che verrà recuperata al PalaAlpitour lunedì 18 aprile, così come la data del 22/3 a Bologna è rinviata a giovedì 24/3.
RIPRODUZIONE RISERVATA – © SHOWTECHIES – Simona Braga
Foto di: SHOWTECHIES/Simona Braga
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