La storia di uno dei più amati special televisivi natalizi realizzati con l’Animagic.
L’origine delle renne di Babbo Natale ha radici recenti e s’intreccia con la cultura popolare e persino con la tecnologia ed il cinema, soprattutto nel caso di Rudolph ed il suo luminoso naso rosso.
La leggenda delle renne nacque nel 1823, con il poema anonimo A Visit from St. Nicholas, noto come The Night Before Christmas, dove si citano per la prima volta gli otto compagni di Babbo Natale: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder (o Donner) e Blitzen. I nomi evocano velocità e leggerezza, indicando che le renne siano creature speciali, capaci di volare per distribuire i regali nella notte di Natale.
Rudolph fece il suo debutto nel 1939 grazie ad una sponsorizzazione. Il suo autore, Robert Lewis May, ebbe una vita caratterizzata da sacrificio e tenacia. Nato nel 1905 in una famiglia ebraica laica, May si laureò in psicologia al Dartmouth College, dove ebbe occasione di conoscere la tesi di Alfred Adler secondo cui la motivazione umana di base è una ricerca della perfezione e dell’autoaffermazione derivanti dal desiderio di superare i sentimenti d’inferiorità.
Il suo primo lavoro fu come autore di testi da RH Macy & Co. ora Macy’s, uno dei grandi magazzini di New York. All’inizio del 1936, May si trasferì a Chicago dove accettò l’impiego di copywriter per la società di vendita al dettaglio Montgomery Ward che lo incaricò di scrivere un allegro libro per bambini da donare nel periodo degli acquisti di dicembre. Il responsabile suggerì che dovesse essere una storia di animali.
La richiesta coincise con un momento difficile perché la moglie di May, Evelyn, stava morendo di cancro e lui stentava a pagare le costose cure mediche. In una memoria, May confessò “A 35 anni, ero pesantemente indebitato e invece di scrivere il grande romanzo americano, come avevo sempre sperato, descrivevo le camicie bianche da uomo”.
Il pubblicitario accettò e decise che il protagonista fosse una renna, una sorta di brutto anatroccolo timido e generoso. Quando Evelyn morì, il capo di May si offrì di far finire il lavoro da qualcun altro, ma May rifiutò e terminò a fine agosto. Il giorno del suo completamento, l’uomo lesse la storia alla figlia Barbara di quattro anni ed ai nonni. I loro occhi gli confermarono che aveva realizzato quello che sognava.
Il racconto, illustrato da Denver Gillen, fu distribuito in quasi due milioni e mezzo di copie che salirono a 6 milioni negli anni seguenti.
Nel 1948, May convinse suo cognato, Johnny Marks, a scrivere le parole e la partitura per un adattamento musicale, cantato da Gene Autry, convinto dalla moglie. La canzone riscosse un successo incredibile, superata solo da White Christmas e fu riproposta da artisti famosi come Dean Martin, Perry Como e lo stesso Bing Crosby che con scarso intuito l’aveva inizialmente rifiutata.
Lo special
Rudolph the Red-Nosed Reindeer è uno special per la televisione, animato in stop motion, prodotto da Videocraft International Ltd, poi diventata Rankin/Bass Animated Entertainment.
La stop-motion è una tecnica artigianale in cui oggetti fisici, come pupazzi o modelli, vengono ripresi fotogramma per fotogramma, con piccole modifiche tra uno e l’altro. L’illusione del movimento nasce dalla riproduzione di una sequenza ordinata.
La prima emissione, sponsorizzata dalla General Electric, andò in onda domenica 6 dicembre 1964 sulla rete NBC, con il titolo di The General Electric Fantasy Hour.
Dal 1972, lo special passò alla CBS che nel 2005 presentò una versione ad alta definizione. Rudolph è stato trasmesso ogni anno dal 1964 e recentemente anche più volte nel periodo festivo.
Nel 2014 ha festeggiato i 50 anni, ricorrenza celebrata con un’emissione di francobolli del Servizio Postale degli Stati Uniti. Un’attestazione della fama duratura, seconda solo al Canto di Natale di Charles Dickens.
Considerando l’epoca, Rudolph The Red Nosed Reindeer è stato un filmato all’avanguardia.
Il film fu prodotto dall’affermata coppia di autori Arthur Rankin Jr e Jules Bass, noti per il contributo pionieristico all’Animagic, con i pupazzi che si distinguevano per la cura nelle espressioni in grado di trasmettere emozioni e coinvolgere il pubblico.
Rick Goldschmidt è il principale esperto del lungometraggio, avendo raccolto numerose testimonianze dirette dei creativi coinvolti. La sua ricerca permette di conoscere alcune curiosità. La trasmissione richiese circa 18 mesi ed ebbe un costo di produzione di oltre 500.000 dollari, una cifra esorbitante per quegli anni. Oltre il 55% degli spettatori televisivi statunitensi si appassionò alle vicende della renna dal naso rosso.
Rankin e Bass si accordarono per l’animazione con Tadahito Mochinaga, altro innovatore con base a Tokio. Sceneggiatura, voci preregistrate e suoni furono inviati in Giappone e si stima che furono create 82 figure di pupazzi. L’altezza media era di 20,32 cm, con l’eccezione del mostro delle nevi Bumble. I set non erano più grandi di 2 per 2,5 metri.
La storia è raccontata dal pupazzo di neve a cui dà voce Burl Ives, musicista, cantante ed attore con una carriera durata più di sei decenni. Ives ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista in The Big Country, ma in Italia è probabilmente più ricordato nel ruolo di Big Daddy nel film La gatta sul tetto che scotta, con Paul Newman ed Elizabeth Taylor.
Lo speciale televisivo, con la sceneggiatura di Romeo Muller, introdusse diversi nuovi personaggi ispirati al testo della canzone. Muller in un’intervista disse che avrebbe preferito basarsi sul libro originale di May, ma che non riuscì a trovarne una copia.
A parte Burl Ives, tutti i personaggi furono interpretati da attori canadesi registrati negli studi RCA di Toronto sotto la supervisione di Bernard Cowan.
SPOILER
ll naso rosso era una lampadina da 12 V.
Storia
Donner e sua moglie hanno un cucciolo di nome Rudolph, nato con un naso rosso brillante. Donner tenta di coprirglielo con del fango e poi con un naso finto.
La primavera successiva, la nuova generazione si allena a volare. La cerbiatta Clarice fa un complimento a Rudolph che per l’emozione spicca un salto da record. Durante i festeggiamenti, il falso naso cade rivelando la punta rossa. I compagni lo deridono e Comet lo espelle dal gruppo.
Nel suo triste vagabondare, Rudolph incontra il cercatore d’oro Yukon Cornelius e l’elfo Hermey che ha lasciato il laboratorio di Babbo Natale perché non gli piace costruire giochi, ma vuole diventare dentista.
La combriccola di originali scappa dall’abominevole mostro delle nevi ed approda all’Isola dei Giocattoli Disadattati, un luogo dove finiscono i giochi non amati, riuniti sotto la guida del Re Moonracer, un leone alato. Rudolph nella notte si allontana per non mettere in pericolo i suoi amici a causa del naso.
Passa il tempo ed il giovane esemplare scopre che i suoi genitori e Clarice lo stanno cercando, ma sono prigionieri nella caverna dello Yeti. Hermey e Yukon sopraggiungono ed elaborano un piano per aiutare Rudolph. Yukon tramortisce il gigante ed Hermey gli cava i denti, ma il mostro si riprende e lottando contro Yukon lo fa precipitare, insieme lui, da un burrone.
Rudolph, Hermey, Clarice e i Donner tornano a casa dove tutti si scusano con loro. Il gruppo ha la sorpresa di veder ricomparire Yukon con l’Abominevole addomesticato e felice di partecipare alla decorazione dell’albero.
Arriva la vigilia e Babbo Natale annuncia che si sta avvicinando una forte tempesta di neve, l’emergenza lo costringe ad annullare il Natale. Il naso luminoso di Rudolph gli fa però cambiare idea.
La slitta parte con Rudolph davanti a tutti a fare strada La prima tappa è prelevare i giocattoli abbandonati per ridare loro un futuro.
Se volete vedere l’edizione originale, a colori, cliccate su Rudolph The Red Nosed Reindeer.
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