E’ arrivato il momento di considerare abitazioni con spazi comuni condivisi? La GenZ sembra propensa ad adottare questo tipo di soluzione per ridurre i costi e vivere in autonomia senza rinunciare a molti servizi.
Il settore immobiliare è alla ricerca di un pensiero innovativo per risolvere la crisi abitativa ed alcuni problemi relativi al cambio climatico.
MVRDV, in collaborazione con HUB e Bridges Fund Management, ha pubblicato uno studio sul co-living che cataloga varie proposte per sostenere la comunità, la flessibilità, la mobilità, il lavoro da casa. Tutto questo contenendo i prezzi aumentati come conseguenza della scarsità di alloggi.
Al centro del modello di co-living c’è l’idea di spazi condivisi che permettono di accedere a servizi non normalmente disponibili in una casa individuale, fornendo allo stesso tempo l’occasione ai residenti d’incontrarsi e combattere la solitudine, patita da molti nelle grandi città.
Lo studio offre esempi per sviluppare nuove strutture o adattare edifici esistenti nel rispetto del carattere originario. Quest’ultima eventualità è importante dato che la trasformazione rilascia meno carbonio in confronto a demolizione e ricostruzione.
Le quindici tipologie comprendono una selezione di diverse disposizioni di spazi privati e comuni basati su volumi ripetitivi per garantire convenienza. Tutti i casi supportano un’ampia gamma di planimetrie.
Ogni piano del “Villaggio verticale” ha un suo carattere distintivo con un “Cuore centrale” rappresentato dalle zone collettive, mentre i corridoi sono strade all’interno dell’edificio dove si aprono attività sportive, biblioteche e vetrine.
I tetti piani ampliano le capacità per parchi giochi, giardini, orti. I fabbricati rispondono alle nuove sfide diventando autosufficienti nella produzione di energia elettrica, nella raccolta dell’acqua piovana, nelle coltivazioni come difesa della biodiversità su scala locale.
Le nostre città sono chiamate ad evolversi, da quartieri dormitori a piattaforme mindfulness.
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Immagini/Grafica: MVRDV Winy Maas, Jacob van Rijs, Nathalie de Vries – HUB
Trovo lo studio fattibile, prolunga in un certo senso l’esperienza del College e per molti versi gli spazi sono già condivisi in molti palazzi, quando le pareti non sono isolate.
Design interessante, mi colpisce la modularità.