Cinque immagini del cosmo dimostrano il potenziale del telescopio che produce una nitidezza mai vista prima nella visione di galassie dell’universo lontano.
Euclid è stato lanciato verso il punto L2 di Lagrange, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, su un razzo SpaceX Falcon 9, dalla stazione spaziale di Cape Canaveral in Florida, USA, alle 17:12 CEST del 1° luglio 2023.
Ciò che rende speciale la visione del cosmo di Euclid è la capacità di creare un’immagine straordinariamente nitida, grazie agli infrarossi che si affiancano allo spettro visibile, di un’enorme parte del cielo in un’unica sessione. Per realizzare una mappa 3D dell’universo, Euclid osserverà la luce proveniente dalle galassie fino a 10 miliardi di anni luce.
La prima release non è solo bella, ma anche immensamente preziosa per la comunità scientifica perché dimostra che il telescopio e gli strumenti stanno funzionando molto bene. Sfruttando queste risorse, gli scienziati potranno studiare la distribuzione della materia nell’universo e la sua evoluzione su scala più ampia combinando numerose rilevazioni per coprire vaste aree e rivelare le parti nascoste.
La prima immagine è una rivoluzione per l’astronomia perché mostra 1.000 galassie appartenenti a Perseo, una delle strutture più massicce a noi conosciute, situata ad appena 240 milioni di anni luce dalla Terra, insieme a più di 100.000 altre galassie distanti sullo sfondo, immerse in una vasta nube di gas caldo, ciascuna contenente fino a centinaia di miliardi di stelle.
Questi ammassi possono essersi formati solo se è presente materia oscura che unisce le galassie facendole ruotare più rapidamente di quanto la sola materia visibile riesca a spiegare. La professoressa Carole Mundell, Direttore scientifico dell’ESA, ha sottolineato l’importanza di Euclid per comprendere uno dei maggiori misteri della fisica moderna, ossia il ruolo dell’energia oscura nel guidare l’espansione accelerata dell’universo.
Gli astronomi vogliono anche indagare la forma di galassie all’interno e sullo sfondo dell’ammasso perché le loro apparenti distorsioni diranno com’è distribuita la materia oscura.
Euclid si è poi dedicato ad IC 342 o Caldwell 5, soprannominata la “Galassia Nascosta” dato che si trova dietro la nostra Via Lattea con polvere, gas e stelle che ne oscurano la vista. Grande quanto la luna piena, IC342 è a circa 11 milioni di anni luce dalla Terra ed è una galassia a spirale, considerata una specie di sosia della Via Lattea che aiuta a studiare, come ha commentato Leslie Hunt, scienziata presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica in Italia.
La maggior parte delle galassie nell’universo primordiale non assomigliano alla tipica spirale ordinata, ma sono irregolari e piccole. Sono gli elementi costitutivi di galassie come la nostra ed è possibile ancora rintracciarne alcune relativamente vicine a noi.
La prima galassia nana irregolare ripresa si chiama NGC 6822 ed è a soli 1,6 milioni di anni luce dalla Terra. Euclid cattura l’intera galassia ed i suoi dintorni in alta risoluzione in circa un’ora, risultato non fattibile con i telescopi da terra (per l’atmosfera che impedirebbe questa chiarezza) o con Webb che si focalizza su parti limitate molto dettagliate.
Un aspetto interessante di NGC 6822 è che le sue stelle contengono piccole quantità di elementi metallici, più pesanti d’idrogeno ed elio, prodotti dalle stelle nel corso della loro vita e non comuni nell’universo primordiale.
NGC 6397 è un scintillante ammasso globulare, ossia centinaia di migliaia di stelle tenute insieme dalla gravità, a circa 7800 anni luce dalla Terra. Attualmente nessun altro telescopio al mondo è talmente potente da scrutare un intero ammasso globulare in una sola osservazione distinguendo così tante stelle che conservano la storia della Via Lattea.
E per ultima la spettacolare vista panoramica e dettagliata della Nebulosa Testa di Cavallo (nella slide di copertina, ndr), parte della costellazione di Orione, conosciuta come Barnard 33, ossia l’oggetto alla riga 33 del catalogo delle nebulose oscure redatto da Edward Emerson Barnard nel 1919. I ricercatori sperano di trovare pianeti mai visti prima nella loro infanzia celeste, così come giovani nane brune e piccole stelle.
Euclid è una missione organizzata e gestita dall’Agenzia spaziale europea ESA, con il contributo della NASA. Il Consorzio è composto da più di 2.000 scienziati provenienti da 300 istituti, di 13 paesi europei, oltre a Stati Uniti, Canada e Giappone. L’ESA ha selezionato Thales Alenia Space come prime contractor per la costruzione del satellite e del suo modulo di servizio, mentre Airbus Defence and Space è stata scelta per sviluppare il modulo di carico utile, compreso il telescopio. La NASA ha fornito i rilevatori dello spettrometro e fotometro del vicino infrarosso, NISP.
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