Nel cuore della Provenza si è celebrata la liberazione ad opera delle truppe americane nell’agosto del 1944 con una sfilata di mezzi di trasporto storici fra cui le mitiche Jeep.
Dopo la capitolazione della Francia, nel giugno del 1940, l’esercito statunitense si rese conto della superiorità tedesca nella mobilità ed emise un bando per realizzare un autoveicolo leggero destinato alla ricognizione che trasportasse uomini ed equipaggiamenti su strade sconnesse. Le specifiche includevano che fosse a quattro ruote motrici, avesse una capacità di carico di 272 kg ed un parabrezza ribaltabile.
La richiesta fu inviata a diverse industrie del settore, ma la scadenza a 75 giorni fece in modo che si presentassero soltanto due piccole e coraggiose società: la Willys-Overland e l’American Bantam Car con 15 impiegati e senza un dipartimento di progettazione, dato che lottava per non fallire. Bantam si rivolse ad un famoso ingegnere di Detroit, Karl K. Probst, proponendogli una percentuale sulla futura commessa. Probst inizialmente rifiutò poi cambiò idea per patriottismo.
Il suo progetto vinse un contratto per 70 BRC (Bantam Reconnaissance Car), ma il prototipo doveva essere consegnato in soli 49 giorni. Il primo modello fu assemblato con pezzi provenienti anche da altri produttori e fu guidato al campo Holabird per le verifiche sulla resistenza. Il maggiore Herbert J. Lawes disse a Probst “Sono in grado di giudicare i veicoli in 15 minuti: quest’unità farà la storia!”.
E così fu, tanto che il corrispondente Ernie Pyle scrisse: ”Non credo avremmo continuato la guerra senza la jeep. Va ovunque. E’ fedele come un cane, forte come un mulo ed agile come una capra.”
Successivamente l’esercito pensò che Bantam non potesse fornire il gran numero di mezzi necessari e chiese alla Willys ed alla Ford di collaborare. Jeep sembra derivare dal soprannome generico dato ai prototipi da testare. Molti attribuiscono invece il nome ad un personaggio comparso, nel 1937, nella striscia a fumetti di Popeye dove Eugene the Jeep era una creatura che risolveva complessi problemi, mentre altri scherzosamente lo rendono l’acronimo di “Just Enough Essential Parts”.
In Francia esistono numerosi esemplari di jeep ed autocarri usati durante la seconda guerra mondiale. Alcuni di questi sono sfilati in ricorrenza della liberazione della regione del Var nel 1944. Il luogotenente Howard Hensleigh, del 517esimo aviotrasportati, racconta in una lettera la successione degli eventi.
“La sera del 14 agosto partimmo da una base in Italia, ma l’aereo si sbagliò e ci lanciammo nel Var, più a nord del nostro obiettivo. La zona collinosa e rocciosa procurò ferite anche gravi e mandai 10 uomini in tutte le direzioni per ottenere dei riferimenti geografici. Grazie all’aiuto di due contadini ci riunimmo alle forze a terra.”
Il giorno dopo il colonnello Paxton, comandante del suo battaglione, gli ordinò di prendere una berlina e di andare a recuperare i dispersi nel villaggio di Fayence. Hensleigh gli fece presente che il territorio era ancora in mani nemiche, ma Paxton lo rassicurò dicendo che la strada era libera. Arrivati alle porte del paese lui ed un altro soldato furono bombardati dagli obici tedeschi e si buttarono in un fosso vicino ad una jeep appartenuta ad un colonnello britannico con le quattro gomme forate. All’interno della vettura trovarono una preziosa carta dimenticata, marcata come top-secret, dov’erano segnate le postazioni nel sud della Francia della FFI (French Forces of the Interior o Forces Françaises de l’Intérieur era la sigla per designare la Resistenza francese, ndr) . Il ritrovamento fortuito salvò parecchie vite ed il luogotenente proseguì il viaggio con una Fiat rubata al sindaco di Saint- Cezaire che venne lasciata in direzione del colle di Sospel.
Foto di: SHOWTECHIES
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