Un desktop dalle dimensioni ridotte che permette elaborazioni ultra rapide grazie alle caratteristiche di un chip dall’architettura rivoluzionaria.
Durante la presentazione dell’evento Apple dell’8 marzo 2022, Tim Cook ha fatto riferimento ad una categoria che negli ultimi anni si è sentita tradita dall’attenzione di Cupertino verso gli smartphone: i professionisti legati al computer. Architetti, artisti 3D, designer, programmatori e video maker gestiscono progetti dalle risoluzioni importanti, ma se non si fa parte di grandi realtà collegate a render farm, spesso si finisce per passare ore in attesa degli output.
John Ternus SVP, Hardware Engineering ha ricordato la famiglia di chip composta da M1, M1 Pro, M1 Max per introdurre il nuovo M1 Ultra.
L’analisi tecnica è lasciata a Johny Srouji SVP, Hardware Technologies che spiega come la sfida sia stata quella di superare i limiti fisici per creare qualcosa in grado di battere M1 Max.
L’estensione dell’architettura si è ottenuta unificando le memorie via scheda madre.
M1 Max è il più potente SoC (System on a Chip) costruito con una caratteristica finora tenuta nascosta: un’innovativa connessione die to die, dall’esclusivo packaging, chiamata UltraFusion dall’impressionante larghezza di banda interprocessore a bassa latenza di 2.5TB/s. In pratica si sono uniti due M1 Max.
Il die in elettronica è la sottile piastrina in materiale semiconduttore sul quale si realizza il circuito elettronico
La connessione unificata è superiore ai 10.000 segnali, ha 114 bilioni di transistor, 128GB di memoria, 20-core CPU, con 16 high-performance core e 4 high-efficiency core, 64-core GPU che per avere un paragone significa prestazioni 8 volte maggiori del chip M1.
I dati mostrano la capacità a cui si aggiunge il risparmio nei consumi.
L’integrazione con i sistemi operativi è sempre stato un vanto di Apple. Sviluppatrici di programmi e creative, la giornata dell’8 marzo ha favorito la visibilità delle professioniste donne, hanno testimoniato l’incredibile velocità in workflow impegnativi con software come Adobe After Effects, Boris FX o Cinema 4D.
Tutta questa potenza prende forma nel nuovo Mac Studio, un desktop dalle linee pulite e compatte nel puro stile Apple. Il cubo è largo 19,7cm ed alto 9,5 cm ed ha all’interno un rivoluzionario sistema per raffreddare i circuiti che ottimizza la circolazione dell’aria fredda.
La connessione si basa su 12 porte distribuite fra il lato anteriore e posteriore: 4 Thunderbolt, 10 Gb Ethernet, 2 USB-A, 1 HDMI, Pro Jack Audio, 2 USB-C, 1 SDXC slot card per importare video e foto.
Due le versioni disponibili: la prima con M1 Max con 11.000 miliardi di operazioni al secondo e fino a 9 stream di video ProRes a 8k, a partire da 2.349 euro, la seconda con M1 Ultra ideale per smaltire rapidamente rendering di complesse scene 3D, timeline multiple, grafica particellare, fur e light consentendo fino a 18 stream di video ProRes a 8k e 22.000 miliardi di operazioni al secondo, a partire da 4.649 euro.
Entrambi i modelli hanno codec H.264, HEVC e ProRes e fino a 8TB di archiviazione SSD con velocità di lettura fino a 7,4 Gbps oltre a supportare 5 monitor, ad esempio 4 Pro Display XDR ed una TV 4k.
La serie si completa con Display Studio. Il nuovo monitor con Display Retina 5k da 27pollici ha 14,7 milioni di pixel, 600 nit di luminosità, 1 miliardo di colori. La videocamera da 12 MP con ultra-grandangolo da 122° offre la funzione d’inquadratura automatica che segue il soggetto mettendolo al centro della scena, tre microfoni professionali, 6 altoparlanti, tre porte USB-C, una base da appoggio (disponibile in due varianti) o un adattatore per il montaggio a parete o su staffe.
Il prezzo parte da 1.799 euro con vetro standard e da 2.049 euro con vetro nanotexture.
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Screenshot/ Foto/ Grafica di: APPLE
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