Siamo alle porte di una rivoluzione nel settore dell’energia con effetti domino sulla produzione e sulla ridistribuzione delle fonti tradizionali.
Abbiamo incontrato l’ingegner Maurizio Calzolari, titolare del Centro Servizi Termici C.S.T., per approfondire le tematiche legate all’efficientamento delle abitazioni affrontando anche la convenienza tecnica delle valvole termostatiche.
Quando si è iniziato a parlare del contenimento dei consumi in Italia?
“Siamo partiti bene con un impegno politico trasversale, Lega-PD-PDL (in ordine alfabetico, ndr.). Nel D.P.R. 412 del 1993 si legiferava sull’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti degli edifici. All’epoca facevo parte di un’associazione che si è battuta per distinguere tra il fornitore ed il gestore d’energia all’interno di uno specifico condominio. Gli interessi contrastanti di fatto producevano un controllo reciproco. Quest’impostazione è andata persa a scapito dell’utenza che con la libera contrattazione sul mercato poteva ottenere un risparmio del 15-20% in bolletta, senza spendere nulla o fare investimenti particolari.”
Come si è arrivati al caos delle valvole?
“La normativa europea con il passare del tempo si è avvicinata ad una continua ricerca di riqualificazione energetica ponendo al centro la convenienza. L’Italia rimane nell’imposizione per cui obbliga di cambiare la caldaia dopo 15 anni se non ha quel tipo di rendimento, impone le valvole termostatiche e sanziona se non s’installano. Si droga il mercato e si mette in difficoltà il sistema con la UNI 10200.
Andando in assemblea ho dovuto giustificare aggravi di spese provocati da una legge. Si entra in un conflitto poco edificante perché le case sono state costruite in un determinato modo e si sono acquistate ad un certo valore. Dopo molti anni una legge tecnica modifica le regole del gioco costringendo tutti a sostenere degli oneri. Fare un progetto di riqualificazione energetica partendo dal riscaldamento è il sistema più veloce, ma si sono trascurati argomenti importanti.”
Cosa può fare una persona che si ritrova a pagare un 30% in più dopo l’installazione delle valvole certificate per un risparmio?
“Mi sta portando in un bel discorso che io ed il dottor Ruffino stiamo vivendo insieme ai suoi collaboratori.
Non sono un legale, ma m’immagino quante sentenze in contraddizione potrebbero emergere. Un collega ha posto un’altra criticità. La legge stabilisce che l’utenza paghi su grandezze fisiche come chilowatt e litri per consentire le verifiche degli Uffici Metrici. Il collega obietta che il ripartitore dà degli scatti, non un’unità fisica. Siamo in punta di diritto, ma non credo sufficiente che a monte della torta ci siano metri cubi di gas o litri di gasolio perché il singolo condòmino paga in base alla ripartizione a scatti. E’ una questione di lana caprina, ma il problema rimane. Era meglio rispettare la libertà di mercato. ”
Cos’è l’analisi energetica?
“Purtroppo si è percepito in ritardo che bisognava valutare l’economicità. La Regione Lombardia ha deliberato che la spesa non vada sostenuta se si ammortizza in un tempo superiore agli 8 anni. Per avere l’esenzione si deve produrre un’analisi energetica redatta in base alla UNI 11300.
La relazione deve evidenziare all’autorità la dispersione stabilita con esami termo-flussimetrici, termo-igrometrici impiegando anche termo-camere per elaborare grafici e dati prospettici. Quest’analisi, fatta da un professionista, permette di vedere come si comporta l’edificio, come reagisce l’impianto e cosa conviene fare.”
Quali sono le principali differenze fra abitazioni vecchie e nuove?
“Non tutte le case reagiscono allo stesso modo. Quelle che risalgono agli anni 40, 50, 60 e 70 presentano tecniche di costruzione e norme completamente diverse da quelle recenti. In generale con una buona coibentazione ogni nucleo paga il suo perché il calore non va da un’altra parte altrimenti si hanno dispersioni negli appartamenti a fianco.
Come faccio a sostenere l’installazione delle valvole in una casa del 1940 o andare a regolare l’ultimo metro dove ho il teleriscaldamento con tubature lunghe 10 chilometri? Il teleriscaldamento è partito bruciando scarti mentre ora, in alcune circostanze, si sostiene la produzione con risorse nobili come il metano. L’argomento è complesso e va analizzato con proposte di riqualificazione e di risparmio.”
Si sentono e si leggono molti numeri con dichiarazioni di certificazione legate ai benefici delle valvole. Che evidenze tecniche ci sono?
“Ho visto elementi dire che c’è un risparmio del 25-30% arrivando addirittura a scrivere che il 10% è determinato dalla valvola, il 15% dal virtuosismo nell’utilizzo. Mi è venuto spontaneo chiedere cosa s’intende per virtuosismo e soprattutto come esprimo il cambio di rendimento su base oggettiva. Non abbiamo ancora dati rilevati sistematicamente nel medio-lungo periodo che servano per una certificazione, al massimo si può dare la portata dell’acqua.
Le valvole di per sé danno un risparmio energetico, ma si ottengono gli stessi effetti abbassando la temperatura. Stiamo facendo uno studio con dei verificatori del comune di Milano ed abbiamo riscontrato che alcuni impianti rigenerati con un lavaggio ben fatto, con addolcitori, defangatori, pompe a portata variabile ed una gestione attenta producono risultati vicini, se non superiori, a quelli prodotti dalle valvole.”
Si è imposta un’obbligatorietà su una tecnologia obsoleta che richiederà uno smaltimento dopo 6/8 anni. Esistono alternative più efficaci e magari anche più ecologiche?
“L’evoluzione oggi va più veloce del politico e dei piani di investimento. Dieci anni fa ci si meravigliava delle caldaie a condensazione, oggi ci sono pompe di calore che forniscono acqua a 65-70 gradi. Sono apparecchi recenti ed hanno margini di miglioramento come la riduzione della rumorosità e delle dimensioni, ma il futuro è quello.”
Come si trasformeranno gli impianti?
“Dovremo fare un minimo di attenzione. Per un po’ di anni sicuramente rimarrà in vigore un sistema ibrido, ma ritengo che a breve termine si faranno operazioni drasticamente diverse arrivando ad avere pannelli solari che accumulano energia con delle batterie che alimentino le pompe di calore. Bisogno energetico? Tendenzialmente a zero. La rivoluzione non sarà indolore, anzi penso che sia una delle preoccupazioni più serie dei vari governi perché si perdono le accise se il cittadino diventa autonomo. E’ un problema non indifferente, ma non è stoppando il mercato che lo si risolve.”
Sulla nostra pagina Facebook e sul canale YouTube trovate il video con le interviste all’Ing. Maurizio Calzolari ed al Dr. Ruffino, General Manager di SIF Italia.
RIPRODUZIONE RISERVATA – ©2016 SHOWTECHIES – Simona Braga
Immagini e video: Simona Braga